Sulle assunzioni dei nuovi allievi della Polizia di Stato incombe una valanga di ricorsi da parte dei candidati esclusi dal concorso a 1.148 posti bandito il 18 maggio del 2017 e dal relativo scorrimento della graduatoria finale di merito per una ulteriore assunzione di 1.851 unità.
Il Tribunale Amministrativo del Lazio, ha infatti accolto il ricorso di alcuni partecipanti esclusi ed ha disposto la remissione alla Corte Costituzionale della legge n.11 del 12 febbraio 2019.
Norma in base alla quale si è determinata l’esclusione di migliaia di candidati e si è proceduto all’assunzione dei 1.851 allievi agenti della Polizia di Stato applicando retroattivamente i nuovi requisiti di età e titolo di studio nella graduatoria della prova d’esame scritta approvata il 27 ottobre 2017.
Sul punto infatti, l’Ordinanza del Tar del Lazio, pubblicata il 25 maggio 2020, afferma testualmente “…ciò che appare irragionevole, intrinsecamente contraddittorio e in contrasto con i principi costituzionali di imparzialità della pubblica amministrazione e di eguaglianza di tutti i cittadini che abbiano partecipato ad un concorso pubblico, nonché di certezza del diritto e di rispetto del legittimo affidamento, è l’opzione di attingere ad un concorso già espletato, modificando retroattivamente i requisiti di ammissione e procedendo allo scorrimento di una graduatoria che viene modificata dopo la conclusione degli esami, escludendo dalla stessa taluni concorrenti e procedendo all’assunzione di altri candidati, sulla base di un criterio di selezione inesistente al momento dello svolgimento delle prove d’esame…”.
Per Michele Alessi della Segreteria Nazionale del Siulp, uno dei sindacati dei lavoratori della Polizia “Il Governo deve assumersi le proprie responsabilità e sciogliere ora questo complicato nodo Gordiano, emanando un provvedimento normativo d’urgenza ad hoc, per avviare adesso al corso i 455 aspiranti allievi agenti idonei con riserva, meritevoli di essere immessi in ruolo, in quanto hanno superato tutte le prove previste dal bando di concorso.”
Piccirillo torna a Via Arenula
Fra i primi adempimenti del nuovo capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia, il magistrato di Cassazione Raffaele Piccirillo vi sarà quello di coadiuvare il Guardasigilli Alfonso Bonafede a predisporre la delicata riforma del Csm.
Già Direttore generale della giustizia penale a Via Arenula e poi Capo del Dipartimento per gli affari di giustizia, Piccirillo ha inoltre ricoperto il ruolo di responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, curando, tra l’altro, l’elaborazione del codice di comportamento dei dipendenti e del Piano triennale anticorruzione 2018-202.