In attesa del discorso di fine anno del Presidente Sergio Mattarella, la politica attraversa settimane di stallo e tensioni, col Parlamento impegnato ad approvare in tempi mai così circoscritti la legge di bilancio.
Il primo via libera di Montecitorio è arrivato con il voto di fiducia del 23 dicembre: 314 voti a favore, 230 contrari e 2 astenuti.
L’epilogo è previsto nell’arco di 48 ore. Dalle 10 di domani, domenica 27 dicembre, i deputati si riuniranno in aula per l’esame degli ordini del giorno. A partire dalle 19 si alterneranno le dichiarazioni di voto dei partiti e il voto finale della Camera è previsto intorno alle 20.30. Dopo di che, il testo della legge di bilancio passerà lunedì 28 al Senato, che avrà soltanto il tempo di votare la fiducia definitiva per evitare l’esercizio provvisorio.
Conclusa la mobilitazione del Parlamento, la verifica della maggioranza entra in una fase decisiva di centrifuga politica, che si contrappone al trend del gambero evidenziato nell’intervista prenatalizia a Porta a Porta del Premier Conte. Dopo la conferma sull’accordo di massima raggiunto sul recovery plan della discordia, il Presidente del Consiglio ha infatti puntualizzato che resta contrario al Mes sanitario e al passaggio della delega dell’intelligence.
Il silenzio seguito a queste puntualizzazioni farebbe pensare a un restringimento del contesto politico del Premier e non ha allentato la spinta della maggioranza a “vedere” se e quando le rispettive richieste di Pd e renziani verranno trasformate in decisioni operative.
A parte l’eventuale nomina di due vice Premier in sintesi le richieste convergenti di renziani e Nazareno riguardano nell’ordine: trasferimento ad un sottosegretario dem della delega per l’intelligence, adesione al Mes sanitario e recovery plan cogestito.
Nei fatti per Palazzo Chigi sarebbe un’armistizio col retrogusto amaro dell’arrendevolezza. Un armistizio che Conte cercherà comunque di scongiurare, assegnando eventualmente la delega sull’intelligence ad un tecnico di fiducia, come il suo consigliere Militare Ammiraglio Carlo Massagli o l’attuale Direttore del Dis Generale Gennaro Vecchione, oppure puntando ad un dibattito parlamentare per spezzettare l’accerchiamento politico e interrompere lo stillicidio della crisi incipiente.
Una mossa già collaudata con successo nell’agosto del 2019 nei confronti del tentativo di sfiduciarlo da parte della Lega. Con la notevole differenza tuttavia che il Pd e Renzi non sono Salvini e le inevitabili scorie di un dibattito parlamentare potrebbero sbarrare la strada a Conte per un eventuale reincarico.
Nello stallo magmatico della politica, reso ancora più drammatico dal marasma della pandemia, il Paese e le istituzioni attendono di intravedere le concrete prospettive di liberazione e di rinascita per il 2021 nelle parole di speranza e di fiducia del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica. Un intervento quello del Capo dello Stato mai così accorato, delicato e cruciale come quello di quest’anno. Una disamina rigorosa e incisiva, come tutti gli interventi di Mattarella, che avrà nella Costituzione il faro di riferimento.
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1