Secondo la storia, tutte la campagne di Russia iniziate in estate si concludono in inverno con una ritirata.
Fra 5 Stelle e Lega è iniziata una campagna elettorale che si concluderà nella primavera prossima. Secondo i sondaggi last minute, nonostante l’avversa tempesta di stampa, o forse grazie a questa, Matteo Salvini guadagna consensi. Mentre i grillini arrancano.
Stretto fra il panzer Salvini e le spine dell’opposizione interna di Fico, Di Battista e dello stesso padre fondatore del movimento, Beppe Grillo, il Vice premier e tre volte ministro Luigi Di Maio é esposto su più fronti, tutti perdenti.
L’esposizione più insidiosa, rispetto al fronte interno, Di Maio l’ha implicitamente subita nelle ultime ora da parte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che sul Russia gate ha platealmente smentito Savini e non perde occasione per replicare a muso duro al leader della Lega.
Una contrapposizione netta, che presupporrebbe una conseguenziale iniziativa da parte del Premier. Della serie: o di dimetti tu o mi dimetto io. Invece nelle stanze del governo il cerino della crisi continua a bruciare come un cero votivo.
Certo a Palazzo Chigi, da De Gasperi a Gentiloni, e al Viminale, da Taviani a Minniti, non si erano mai viste scene come quelle di un Premier che accusa di scorrettezza istituzionale il suo vice e di un Ministro dell’Interno che convoca un vertice economico sindacale a dispetto del Presidente del Consiglio e dei dicasteri economici.
Sempre più in bilico sulla corda del Metropol gate, un mix di spy story e dilettantismo, il Governo gialloverde rischia insomma di perdere definitivamente l’equilibrio e di avvitarsi in una crisi politica senza ritorno.
In particolare senza ritorno a Palazzo Chigi per alcuni dei protagonisti dell’attuale esecutivo.