Le armi per Kiev saranno prodotte direttamente in Ucraina. L’ulteriore svolta del potenziamento delle forniture di armamenti occidentali al paese invaso dalla Russia di Putin, concordata con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden durante l’ultima visita di Volodymyr Zelensky a Washington, fa da controcanto al Cremlino al Presidente russo che celebra con enfasi propagandistica la cosiddetta giornata della riunificazione delle regioni del Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson con Mosca.

Mentre i russi si sforzano di festeggiare quella che in realtà ha già le sembianze di una sconfitta, Zelenskiy afferma che oltre alle priorità immediate della difesa aerea e dello sminamento, l’Ucraina mira a incrementare la produzione interna di missili, droni e munizioni per artiglieria.
L’accelerazione delle forniture militari viene motivata dal segretario generale della Nato Jens Stoltemberg con il paradigma “più armi a Kiev é l’unica via per la pace. Il coraggio da solo non ferma gli invasori “.

Per Stoltemberg, che é intervenuto al Forum internazionale delle industrie della difesa a Kiev, “l’Ucraina ha bisogno di più armi, perché più forte é sul campo di battaglia, più forte sarà la sua posizione al tavolo dei negoziati. Quindi, anche se può sembrare un paradosso, le armi per l’Ucraina sono la via per la pace”.
Dietro le quinte della continua avanzata della controffensiva ucraina, si allungano intanto le ombre delle difficoltà russe di arruolare soldati da inviare al fronte.
Un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha affermato che l’intelligence sta monitorando il progressivo arruolamento di militari e civili cubani da parte dell’armata russa per sopperire alla carenza di soldati nei reparti impegnati a fronteggiare l’avanzata delle forze ucraine.
“Siamo profondamente preoccupati per le notizie secondo cui i giovani cubani continuano ad essere ingannati e reclutati per combattere per la Russia” ha affermato al The Guardian il portavoce del Dipartimento di Stato Usa.
Scoperto all’inizio di settembre quando il governo dell’Avana ha arrestato 17 persone legate a un giro di traffico di esseri umani che attirava i cubani e li invitava a combattere per Mosca, l’arruolamento tuttavia sarebbe ancora in corso.
Secondo varie fonti, i cubani si offrirebbero volontari per andare in Russia a lavorare per l’esercito dopo essere stati contattati sui social media da una reclutatrice che si é identificata come “Dayana”.
Che l’armata russa decimata da circa 600 giorni di guerra sia a corto di uomini lo dimostra soprattutto il decreto firmato da Putin per arruolare per il servizio obbligatorio 130 mila russi di età compresa tra i 18 e i 27 anni dal 1° ottobre al 31 dicembre. La carenza di combattenti é tale che Mosca sta tentando di gettare nella mischia anche quel che resta della compagnia mercenaria Wagner del fu Prigozhin.

Ma secondo l’intelligence britannica i veterani della Wagner ritengono che il nuovo comandate Andrei Troshev, nominato da Putin al vertice delle truppe mercenarie, sia “un traditore” e non intendono eseguire i suoi ordini.
Nel suo ultimo aggiornamento d’intelligence, il ministero della difesa inglese ha anche affermato che Mosca ha intenzione di utilizzare la forza mercenaria, anche nel nord Africa e nel sud del mondo, ma con una maggiore supervisione da parte del Cremlino.
Alle difficoltà d’arruolamento, secondo The Economist si stanno per aggiungere anche quelle degli insostenibili costi della guerra.
In vista delle elezioni presidenziali di marzo, prima delle quali Putin ha comunque l’assoluta necessità di un successo militare che allo stato appare irrealizzabile, la nuova fase della guerra sul fronte dell’economia pone ostacoli sempre più gravosi.
Il problema parte dal rublo. Nell’ultimo anno poche valute hanno fatto peggio della moneta russa. Una valuta in deprezzamento aumenta notevolmente l’inflazione avverte Elvira Nabiullina, governatrice della banca centrale.
