Sergio Mattarella (166voti) ancora superstar e salvagente, assieme alla new entry Nino Di Matteo ( 56 voti) di un Parlamento in mezzo al guado del fiume in piena dell’incertezza politica.
Un guado sempre più vicino alle cascate del punto di non ritorno dell’impatto con l’opinione pubblica che, dai social ai commenti radiotelevisivi e soprattutto ai sondaggi, si mostra insofferente e caustica nei confronti dei partiti.
Invece della scelta di un candidato condiviso, nonostante la girandola di vertici, riunioni, incontri e veloci scambi di opinione fra vertici e protagonisti delle forze politiche, nel giorno del quarto scrutinio, quando la maggioranza richiesta per l’elezione del presidente della Repubblica si abbassa a 505 voti, si è ripetuto il rito delle schede bianche da parte del centrosinistra e delle astensioni del centrodestra. Astensioni per evitare eventuali concentrazioni di voti su candidati non concordati. ” Non credo ci sia proporzionalità tra il numero dei vertici e i risultati” ha commentato sarcastico il Ministro del Lavoro Andrea Orlando. Tutti targati centrodestra i 441 astenuti, mentre le schede bianche rispetto ai precedenti scrutini sono precipitate a 261.
Lo stallo odierno, secondo i boatos del transatlantico, però sarebbe propedeutico alla svolta di domani. Svolta che potrebbe scaturire da un possibile nuovo faccia a faccia tra Matteo Salvini e Enrico Letta. Più incisiva ancora rispetto al terzo scrutinio la focalizzazione dei parlamentari sull’attuale Capo dello Stato che ha ottenuto 41 voti in più: come dire si scrive Mattarella ma si legge Mario Draghi. Assieme a quelle di Draghi sono in rialzo le chance degli outsider Sabino Cassese ed Elisabbetta Belloni, dal 2021 direttrice generale del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza.
I 56 voti del magistrato antimafia e Consigliere del Csm Nino Di Matteo evidenziano invece un cambio di testimone rispetto alla candidatura dell’altro magistrato, Paolo Maddalena, votato fino ai giorni scorsi e sono sovrapponibili alla candidatura Mattarella-Draghi.
Cambi di candidature che segnalano come le fibrillazioni non manchino all’interno delle coalizioni: nel centrosinistra c’é il timore che una parte dei 5 Stelle strappi rispetto alla linea degli alleati, mentre si continuano a guardare con perplessità le mosse di Giuseppe Conte che, secondo una parte di dem e di M5S, starebbe portando avanti una “doppia trattativa”.
