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Ragazze riprendiamoci la città !

Cuore & Batticuore

Rubrica settimanale di posta storie di vita e vicende vissute

Le riflessioni di Mirella: attenzione a chi evitare

by Maggie S. Lorelli

Cammino per le strade di Milano. È sera. Poca gente in giro, dopo Natale. Scarseggia la socialità, con l’eccezione dei bar del centro e dei locali di tendenza, dove ancora “si fa serata”. Ma ci sono certe arterie centrali dove non passa un cane, e sembra strano, trattandosi della seconda metropoli d’Italia. Prenoto l’hotel sempre vicino alla stazione Centrale, per comodità. Ragazze riprendiamoci la città !

Man mano che mi avvicino a Piazza Duca D’Aosta, vedo cambiare la tipologia umana. In zona Duomo, vedo qualche coppia di una certa età, che forse esce dal Teatro alla Scala o da un caffè riscaldato, gruppi di turisti col naso fumante dal freddo per aria, giovani vocianti tra un aperitivo e un locale dove si balla.

E’ ancora vivo in me l’orrore per gli episodi di violenza a Capodanno in Piazza Duomo (non ci si crede, proprio nel salotto bene…).

Si indaga sull’ipotesi di stupro collettivo, forse riconducibile al fenomeno della taharrush gamea, un rito di origine ancestrale diffuso in alcuni Paesi islamici, che consiste nel compiere molestie collettive nei confronti delle donne per sottometterle e umiliarle. Ragazze riprendiamoci la città !

C’è chi, nell’arena social, strumentalizza il fatto attribuendo agli immigrati, irregolari e non, riuniti in un unico calderone razzista, la condizione di vulnerabilità in cui, ancora nel neonato 2025, si trovano le donne.

Le donne considerate come vittime passive, come divertimento estremo a disposizione libera, come carne da offendere e violare in segno di predominio e torbido disprezzo.

Verso la Stazione gli umani si vanno diradando. Molti sbandati solitari. C’è chi siede sulla soglia di un portone a mangiare un tozzo di kebab avanzato, tra le gambe una birra fumante, chi parla al telefono a voce alta come se dovesse combinare un urgente malaffare, un giovane barcollante che non sa dove andare.

Nel quadrilatero della Centrale sono accampate combriccole organizzate. Dimostrano una sicura appartenenza a qualche gruppo etnico che legittima e protegge la loro presenza là: sono come a casa. Non delinquono, semplicemente bivaccano. Non è reato. Mi fermo in un locale all’angolo per bere una tisana, e il cassiere si sente in dovere di raccomandarmi di stare attenta allo zaino.

Dallo sguardo capisco che mi biasima per l’azzardo di andare in giro ad ora tarda, e che l’avvertimento riguarda la mia stessa persona, non tanto il contenuto dello zaino. Sto per arrivare in albergo: è andata bene, ma avrebbe potuto accadermi qualcosa.

Secondo l’ultimo rapporto ISTAT “Violenza sulle donne”, il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.

Il 13,6% delle donne ha subito violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner, e il 24,7% delle donne ha patito almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da conoscenti, amici, parenti e colleghi di lavoro.

Al di là dei numeri, il fatto è che una donna che si aggira da sola di sera per le strade di una grande città, ha paura. Si muove circospetta e guardinga, si guarda le spalle, impugna lo spray al peperoncino infilato nella tasca, tiene l’indice sul tasto SOS del cellulare, cammina velocemente come se la stessero per accoltellare tra le scapole.Ragazze riprendiamoci la città !

Tanto che quando arriva a destinazione, come è accaduto a me questa sera, sente di essersela scampata, nonostante la presenza sparuta ma vigile delle forze dell’ordine nelle aree a rischio, e benché le percentuali diano da pensare sul fatto che spesso il nemico si annidi tra le mura domestiche, in ambito affettivo o lavorativo, o nella cerchia di contatti più o meno stretti.

Secondo il Rapporto BES 2023 (Il Benessere Equo e Sostenibile in Italia) dell’ISTAT, alla voce Sicurezza, se quasi tre quarti degli uomini si sentono sicuri a camminare da soli quando è buio nella zona in cui vivono, le donne sono solo poco più della metà (52,1%).

Tuttavia, sempre più donne si emancipano dalla mano nella mano, dal braccio sulla spalla, dalla protezione del partner maschio. Uscire da sole la sera per raggiungere gli amici in un locale, arrivare all’auto parcheggiata in una via buia e lontana, tornare a casa sane e salve, sono diritti che nessuno ci può negare.Ragazze riprendiamoci la città !

E allora riprendiamoci le città, usciamo di notte, se ci va, facciamo valere la nostra superiorità numerica e pacifica, e dimostriamo la fiducia nei confronti delle autorità, cui chiediamo di tutelarci e di infliggere pene severe e certe a chi non ci rispetta e, in qualsiasi modo, ci maltratta.

Non permettiamo che il terreno maschilista su cui ancora camminiamo renda incerti i nostri passi.

E smettiamo di avere una paura irrazionale e indiscriminata nei confronti degli immigrati.

Sospettiamo piuttosto qualche volta di più di chi ci dorme a fianco.Ragazze riprendiamoci la città !

maggiemusic@gmail.comOgni città prende la sua forma dal deserto a cui si oppone”, scriveva Italo Calvino. Ancestrale rituale islamico o meno, la sicurezza, l’incolumità e l’affermazione dei diritti di libertà delle donne stanno subendo da anni un incivile tragico crescendo di terribili aggressioni, stupri e omicidi. Una orribile casistica che comprende tutte le nazionalità, a cominciare da quella italiana. Bilanci, programmi, impegni e soprattutto slogan che puntualmente si alternano fra Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre e l’8 marzo della Festa delle donne, dal giorno dopo lasciano le cose come stanno o, peggio, non riescono a fare concretizzare iniziative per evitare che si aggravi la moltiplicazione delle violenze.  Allora che fare? Quello della sicurezza é uno degli argomenti cardine. Le politiche che riguardano la sicurezza sono spesso espressione di retoriche culturali che vedono le donne come soggetti deboli, da proteggere attraverso meccanismi di autocontrollo, in pratica di sostanziale limitazione dei diritti di libertà e movimento. Mentre accanto a interventi tecnologici più avanzati di controllo urbano e ad un capillare presidio, in grado anche di scongiurare l’impatto della criminalità e l’aggressività delle gang giovanili, la vera soluzione, purtroppo a medio lungo termine, é quella dell’evoluzione dal patriarcato, residuale o latente, a condizioni che rendano possibile quella società libera fra uguali, sognata dal liberalismo, ma già evidenziata in molti aspetti dalla Costituzione Italiana. Ecco basterebbe, intanto, e rappresenterebbe una autentica rivoluzione culturale, applicare e rispettare davvero la Costituzione!

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Maggie S. Lorelli
Maggie S. Lorelli
Maggie S. Lorelli, dopo la laurea in Lettere all'Università degli Studi di Torino, si laurea in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino e in Didattica della Musica al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Dopo un' esperienza decennale alla Feltrinelli ha collaborato come autrice con Radio 3 Rai e Radio Vaticana e condotto programmi musicali. Ha svolto un tirocinio come giornalista presso l'agenzia di stampa Adnkronos,  scrive per varie riviste musicali specializzate, ha al suo attivo numerosi racconti e “Automi”, il suo romanzo d'esordio. Attualmente è docente di Pianoforte al Liceo musicale.
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