L’impenetrabile cyber dittatura cineseEnigma Cina. Non si sa da dove iniziare e quando si finirà di parlarne. Dal mistero delle origini antropologiche, che recenti scoperte fanno risalire allo sfuggente preistorico homo di Denisova, all’impenetrabilità del regime comunista che dal 1 ottobre del 1949 esercita un potere assoluto sul miliardo e quasi quattrocento milioni di cinesi.
Un regime comunista mutante, ultimo erede degli orrori delle dittature comuniste del XX° secolo. Mutazione caratterizzata dalla illimitata accentuazione del controllo del partito su tutto e su tutti. Dai cinesi in patria ai cinesi all’estero.Sottovalutata dall’intelligence occidentale dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la Cina ha avuto il tempo di crescere fino a raggiungere una sostanziale parità strategica e finanziaria, trasformandosi in una ermetica potenza nucleare, economica e militare in grado di violare e decrittare i sistemi di cyber sicurezza più sofisticati, col vantaggio di non subire analoghi attacchi cibernetici.
La muraglia cinese quasi invalicabile per l’intelligence occidentale è rappresentata dai pittogrammi complessi e dagli ideogrammi polisillabici della lingua cinese. Una lingua unica al mondo che non ha nulla da spartire col giapponese o il coreano, che potrebbero sembrare uguali, e che dunque presenta il problema della reperibilità di computer originali e delle tastiere in cinese.Come se non bastasse il Governo di Pechino sta per fare approvare una nuova legge sulla sicurezza che trasforma l’ex Celeste Impero in un Paese totalmente ed esclusivamente nelle mani dell’intelligence militare e politica, che coincide col Partito Comunista Cinese. Una dittatura nella dittatura mai cosi longeva nella storia.
La proposta di legge – secondo quanto pubblicato dal South China Morning Post – fa cadere ogni ipocrita apparenza giuridica e formalità processuale ed allarga fortemente i poteri dell’intelligence cinese, consentendo ai servizi di sicurezza di condurre azioni dentro e fuori dai confini nazionali e di indagare individui, cinesi o stranieri, o anche istituzioni che si ritenga mettano a rischio la sicurezza nazionale.Secondo il testo pubblicato dal Congresso nazionale del Popolo, lo scopo dichiarato della nuova normativa è quello di amplificare il lavoro dell’intelligence, con un occhio particolare alla cyber sicurezza. Le spie cinesi potranno intercettare, mettere in atto la sorveglianza elettronica e filmare clandestinamente gli obiettivi. Inoltre, potranno entrare nelle aree ristrette, ispezionare veicoli, creare relazioni cooperative con individui e organizzazioni.
Secondo il Global Times, testata del Partito comunista cinese, la nuova legge “non solo migliorerà l’esercizio della legalità, ma farà capire ai cittadini come sostenere il lavoro della sicurezza nazionale e dal momento che la Cina è oggi più aperta al mondo, i cittadini cinesi devono sempre tenere in mente la sicurezza nazionale quando comunicano degli stranieri”.
Una totale ufficializzazione di come in Cina ha da sempre operato l’ Mss, il Ministero per la Sicurezza dello Stato, ma soprattutto una definitiva legittimazione dell’imposizione dell’obbligatorietà all’attività di spionaggio per le comunità cinesi all’estero.
Obbligatorietà di intelligence alla quale i cinesi all’estero si sono adeguati. Fin dal cosiddetto ponte fiorito, il fiume di brevetti e progetti tecnologici trafugati e di rimesse popolari internazionali che intorno al 1990, dopo il disastro economico della rivoluzione culturale e senza alcun apporto finanziario statale di Pechino, consentirono di avviare le cosiddette quattro modernizzazioni.Mentre attualmente, oltre al tradizionale ponte fiorito ormai di routine, allo spionaggio diretto e ai sistemi di acquisizione e penetrazione economica, viene alternato il soft power culturale delle centinaia di centri Confucio che operano in tutto il mondo. In Italia se ne contano al momento 13, da Torino a Venezia, da Milano a Roma, da Bologna a Napoli e ad Enna.
Enigma cinese dunque irrisolvibile? Dipende. Secondo Jorge Luis Borges “L’unico enigma é il tempo. Quell’infinita trama di ieri, oggi e domani, del sempre e del mai.”