Nonostante i pesanti, e criminali, bombardamenti delle città ucraine, l’armata russa é in stallo ed alle prese con l’intensificazione dei rapidi e micidiali attacchi delle forze di Kiev. Probabile una ritirata strategica dei reparti più avanzati su posizioni difensive meno esposte. Basato sui rilevamenti satellitari, intercettazioni e fonti sigint, techint ed humint, è questo il quadro della situazione tracciato dalle intelligence Usa, inglese ed europee.
Negli ultimi giorni – specifica in particolare il Secret Intelligence Service inglese – le forze russe hanno compiuto “progressi limitati” nella loro offensiva in Ucraina. Secondo quanto emerge dall’ultimo aggiornamento pubblicato dal ministero della Difesa britannico, i militari russi “continuano a subire gravi perdite” mentre l’invasione si é “in gran parte bloccata su tutti i fronti”. Il rapporto descrive le forze di difesa ucraine come “leali e ben coordinate”, oltre a ribadire che la stragrande maggioranza del territorio rimane in mano ucraina.

Per la Nsa, la National Security Agency e le altre agenzie di intelligence degli Stati Uniti, sarebbero oltre 7 mila i soldati russi morti in Ucraina dall’inizio del conflitto. Le fonti, consultate dal New York Times, stimano che siano circa 150mila i soldati russi entrati nel territorio ucraino da inizio conflitto, e fra essi dai 14mila ai 21mila hanno riportato ferite.
Che lo spettro della sconfitta militare si stia materializzando a Mosca è evidenziato anche dal clamoroso arresto da parte dell’Fsb, i servizi di sicurezza eredi del Kgb della Federazione russa, del generale Roman Gavrilov, vice capo della Guardia nazionale russa, unità dell’esercito che avrebbe subito pesanti perdite in Ucraina. A riportarlo è il giornalista di Bellingcat, Christo Grozev, che cita “tre fonti indipendenti”.
