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Rivoluzionari e Gattopardi l’orizzonte del dopo pandemia

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Rubrica di critica recensioni e anticipazioni

imago — Not to be Reproduced (1937) - René Magritte.

by Augusto Cavadi

Per realizzare almeno un decimo dei buoni propositi sbandierati, non senza retorica, per il dopo pandemia sarà necessario accompagnare la nobiltà dei sentimenti con qualche idea più precisa.Rivoluzionari e Gattopardi l'orizzonte del dopo pandemia0

Anzi, documentarsi alla scuola di chi ha maturato competenze nei vari settori – senza cedere agli slogan propagandistici dei ciarlatani di ogni casacca – potrebbe costituire un primo proposito da ottemperare per evitare che il “Tutto come prima”, osannato come un mantra, si riveli motivo di incubo.Rivoluzionari e Gattopardi l'orizzonte del dopo pandemia

A chi ricercasse qualche testo rigoroso scientificamente, ma agevole da leggere, per rispondere al “Che fare?” di questi giorni, consiglierei senza esitazione le poco più di cento pagine di Fondamentali 1.0 d’un progetto politico in costruzione (Lindau, Torino 2019) curato da Maurizio Pallante.

Rivoluzionari e Gattopardi l'orizzonte del dopo pandemia0
Maurizio Pallante

Il volume non si lascia definire facilmente: è infatti uno strumento di aggiornamento culturale, ma anche una piattaforma progettuale e un appello alla mobilitazione politica (cfr. mauriziopallante.it/appello) .

Infatti il curatore – fondatore nel 2007 del “Movimento per la decrescita felice” – sta lanciando in questi mesi la proposta di configurare un vero e proprio “soggetto politico” che tenti di tradurre in attività legislativa e amministrativa le idee portanti del Movimento (sinora essenzialmente attivo sul piano dell’informazione culturale e della formazione etica): “Sostenibilità, equità, solidarietà”.Rivoluzionari e Gattopardi l'orizzonte del dopo pandemia

Il tentativo, che il promotore ritiene tanto “velleitario” quanto necessario, nasce dalla convinzione  – pressoché estranea a tutti i partiti politici attuali – che “l’attenuazione dei problemi ecologici” richiede di “rimettere in discussione la finalizzazione dell’economia alla crescita della produzione di merci”. Dopo aver delineato alcune caratteristiche organizzative del nuovo “soggetto politico”, e fissato il criterio ispiratore di fondo (“la conversione ecologica dell’economia dipende dalla conversione economica dell’ecologia”), si dedicano dei capitoli – sintetici ma non banali – ai vari settori di studio e di intervento: la politica agricola e alimentare, la politica energetica, la politica fiscale, la politica internazionale con particolare attenzione ai flussi migratori.Rivoluzionari e Gattopardi l'orizzonte del dopo pandemia

Un’originalità che, da filosofo concentrato sulla dimensione esistenziale e etica, non potrei  non apprezzare  è la preoccupazione di fondare l’analisi scientifica e l’azione politicasu delle solide basi, nella convinzione che “solo una profonda rivoluzione culturale, fondata sul superamento dell’antropocentrismo e sulla rivalutazione della spiritualità, consenta di avviare una fase storica più evoluta”.

Qui “spiritualità” non è intesa solo nel senso corrente, alquanto riduttivo, di apertura alle tradizioni religiose (l’ultimo capitolo è dedicato, ad esempio, all’enciclica Laudatosi’ di Papa Francesco), ma in un senso più ampio e più laico: pedagogia della “gentilezza”, della “cura”, del “rispetto”; liberazione, pasoliniana, “dall’incantesimo del consumismo”; riscoperta della logica del “dono”; passione per ciò che è “comune” e compassione per ogni genere di sofferenza fisica e morale; restituzione a tutti i viventi, anche non-umani, del diritto di “respirare”. Insomma: spiritualità non come diffidente evasione dalla storia, dall’economia, dalla politica, dall’arte, dalla corporeità, dagli approcci scientifici, ma  come ricerca di una sintesi inedita fra le ragioni della ragione e le ragioni del cuore. E, dunque, inevitabilmente, recupero del femminile e della sua “importanza nella rivoluzione ecologica“(Giuliana Mieli).Rivoluzionari e Gattopardi l'orizzonte del dopo pandemia

Spero che si evinca, da questi troppo rapidi accenni, che il libro – e più ancora la proposta che veicola – meritano di essere conosciuti e vagliati.

Eugen Drewermann, rispondendo nel 1987 a un’intervista, notava: “Quel che ci manca nella politica è, a mio giudizio, una qualche grande visione e prospettiva, per cui valga la pena vivere. In fondo, non è la politica che potrebbe darcela, però essa dovrebbe esserne portatrice”.

Ecco, a me pare che movimenti come “Sostenibilità, equità, solidarietà” costituiscano occasioni preziose perché possono e vogliono offrirci sia la visione d’insieme che le strutture operative per tradurla, pazientemente, in cambiamenti politici.

Chi è deluso del ceto politico, come la Simone Weil del breve Manifesto per la soppressione dei partiti politici del 1940, ma non della politica come costruzione della Casa comune, farebbe bene a non perdere questo treno. Non è detto che ne passeranno molti altri prima della prossima pandemia.Rivoluzionari e Gattopardi l'orizzonte del dopo pandemia

www.augustocavadi.com

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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