La svolta delle auto all’idrogeno
by Vincenzo Bajardi
L’opzione idrogeno continua ad attirare miliardi di euro di investimenti a livello mondiale. Nell’ultimo Salone dell’auto di Tokyo, le case giapponesi e coreane hanno fatto toccare con mano che per loro l’auto ad idrogeno è una realtà.
Ma anche i marchi tedeschi hanno dimostrato di essere pronti. E in gennaio si alzeranno i veli al Ces di Las Vegas e al Naias di Detroit con General Motors, Fca e Ford pronte a svelare i loro modelli ad idrogeno.
Anche l’Italia ha inserito l’idrogeno tra i combustibili per i quali è previsto lo sviluppo di un’infrastruttura. Nel nostro Paese circolano dieci Hyundai ix35 fuel cell a Bolzano dove è in funzione l’unica stazione di rifornimento (e che fanno parte del progetto idrogeno dell’Alto Adige con combustibile gassoso erogato alla pressione di 700 bar).
Idrogeno che deve fare i conti con una percezione sbagliata delle sue vere e presunte difficoltà. Non è la prima volta che l’ipotesi idrogeno irrompe sulla scena del pianeta auto. Bisogna fare un salto di 50 anni indietro quando vide la luce un prototipo di pulmino realizzato da General Motors Electrovan con soluzioni di derivazione aerospaziale.
Poi se ne riparlò a metà degli Anni Novanta quando videro la luce prototipi alimentati dal combustibile ad emissione zero. Rispetto a un’auto elettrica, quella a idrogeno è tecnicamente più complessa. Nelle fuel cell, il gas reagisce con l’ossigeno contenuto nell’aria e produce energia elettrica che va ad alimentare il motore e dal tubo di scappamento esce solo vapor acqueo.
Un tentativo avanzato l’ha fatto, negli anni passati, anche la Bmw,. che ha effettuato un test stradale con una Serie 7 sperimentale da Verona all’aeroporto di Monaco di Baviera dove c’era in funzione l’unico distributore di idrogeno in Europa. L’abbiamo guidata e le impressioni di guida sono state molto positive a livello di prestazioni.
Da segnalare anche il successo della Toyota Mirai (una in Italia è in dotazione al Coni). L’ultimo dei veicoli ad idrogeno della Honda, dopo Fcv, si chiama Clarity Fuel Cell (il primo prototipo data 1999). E’ una super berlina lunga 5 metri dal peso di 5 tonnellate.
Rispetto alla Clarity del 2008, le dimensioni delle fuel cell sono diminuite. Infatti l’intero sistema propulsivo è alloggiato nel cofano anteriore. Più sacrificato il bagagliaio dove trovano posto due bombole da 117 litri di volume. Il consumo è di 1 kg di idrogeno ogni 100 km per un’autonomia di 650 km. Per il rifornimento si collega il bocchettone come si fa con il metano. Ad oggi un kg di idrogeno costerebbe 13,8 euro e la Clarity potrebbe percorrere 100 km.
In Europa l’auto ad idrogeno la si può solo noleggiare, in Giappone e in California costa 60 mila dollari. Hyundai nello sviluppo dell’alimentazione ad idrogeno, è attiva da 20 anni. E nel 2013 ha realizzato veicoli fuel cell con la ix35 Fcev.
L’arrivo del prossimo Suv ad idrogeno è previsto nel 2018. Oggi sono 500 le Hyundai ad idrogeno che circolano in Europa. Ma anche Kia non è da meno. Nel giro di un anno e mezzo arriverà anche una Nissan ad idrogeno. Il Giappone per le Olimpiadi di Tokyo del 2020 realizzerà 35 distributori nella sola area metropolitana con seimila auto e un centinaio di bus ad idrogeno.
<<Oggi vogliamo liberarci dalla dipendenza del petrolio e dai Paesi che lo producono – ha spiegato Thomas Brachmann, capo europeo del progetto Honda Clarity Fuel Cell – ma se puntiamo tutto sulle batterie diventeremo dipendenti da altre zone del mondo, come il Sud America, dove si estrae il litio o come la Cina, dove si trovano le terre rare. Il platino che si utilizza nelle celle a combustibile è più diffuso e l’idrogeno è ovunque, basta avere l’energia per estrarlo. Un giorno questa energia potrebbe provenire tutta da fonti rinnovabili, anzi l’idrogeno sarà un ottimo modo per compensare le oscillazioni tipiche del solare e dell’eolico>>.
Ma anche i marchi del Vecchio Continente lavorano a riguardo. Volkswagen a Ginevra ha esposto la versione ad idrogeno della Golf, la Variant Hymotion. Mercedes sta mettendo a punto il modello destinato a subentrare alla Classe BF-Cell mentre Bmw ha un patto di ferro con Toyota per la condivisione delle tecnologie dell’idrogeno e delle celle a combustibile che equipaggiano com’è noto la Mirai.
<<Con più di 300 mila veicoli e circa 9 milioni di km percorsi abbiamo dimostrato che l’auto ad idrogeno è pronta per la strada – sottolinea Herbert Kohler, capo ricerca Mercedes – ma c’è molto da fare per la rete di rifornimento in Europa. Entro il 2018 avremo comunque in listino un nostro modello ad idrogeno>>.