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Telefonata con molti retroscena fra Xi Jinping e Zelensky

Una telefonata enigmatica sul filo degli instabili equilibri internazionali. Sulla scacchiera europea sconvolta dalla guerra in Ucraina, la mossa del dragone cinese ha riacceso sopite speranze di pace e contemporaneamente fatto balenare nuovi incubi nucleari.

Telefonata con molti retroscena fra Xi Jinping e Zelensky
Volodomyr Zelensky e Xi Jinping 

Ci vorranno settimane per decifrare tutti gli aspetti e i retro pensieri dei circa sessanta minuti di conversazione telefonica fra il leader massimo della Cina Xi Jinping ed il Presidente ucraino Volodomyr Zelensky, ma l’impatto del primo colloquio diretto dall’inizio dell’invasione russa  evidenzia comunque che qualcosa si muove a Pechino dietro le quinte dell’impenetrabile contesto politico militare economico della superpotenza asiatica che per continuare ad essere il motore produttivo del mondo ha l’esigenza primaria della stabilità globale.

Ad oltre un mese e mezzo dalla visita del Presidente cinese a Mosca, presentata come un’iniziativa di mediazione di una guerra che oltre a decimare intere generazioni e gli asset produttivi del paese sta soprattutto evidenziando la vulnerabilità e l’inconsistenza militare convenzionale della Russia, l’avvio della promessa interlocuzione con la controparte della vittima ucraina del feroce conflitto in atto, è servita innanzi tutto a Xi Jinping per ribadire  che Pechino  “è stata sempre dalla parte della pace” e ad ammonire che “non ci sarebbe alcun vincitore in una guerra nucleare”. La Cina, ha aggiunto il Presidente, è disposta a continuare a fornire assistenza umanitaria all’Ucraina.

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Xi Jinping e Vladimir Putin

Sul piano diplomatico la telefonata ucraino cinese ha determinato l’invio da parte di Pechino di un “rappresentante speciale” in Ucraina e la nomina da parte di Zelensky di un ambasciatore nella capitale cinese. Pechino ha specificato che il suo rappresentante speciale che ha la delega per gli affari euro-asiatici, si recherà  in Ucraina e in altri Paesi per condurre una “comunicazione approfondita con tutte le parti sulla soluzione politica della crisi “.

“Siamo contenti che Xi e Zelensky si siano parlati. E’ da tempo che chiediamo che la Cina ascolti la prospettiva ucraina” ha commentato  il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby che ha aggiunto :”non possiamo sapere se questa telefonata porta a qualcosa. Sta all’Ucraina decidere se vogliono sedersi al tavolo dei negoziati per la pace”.

Dopo la telefonata, da Parigi l’Eliseo ha sottolineato in una nota che la Francia “incoraggia qualsiasi dialogo” che possa “contribuire a una risoluzione del conflitto”, nel rispetto degli “interessi fondamentali” di Kiev e “del diritto internazionale”.

Diametralmente opposta, quasi piccata, invece, la reazione di Mosca. Pur prendendo atto della volontà della Cina di “ sforzarsi di mettere in campo un processo negoziale”, la Russia accusa l’Ucraina di “sabotare le iniziative di pace”, rifiutando il dialogo con il Cremlino. “Le autorità ucraine e i loro sostenitori occidentali – ha affermato un portavoce del Ministero degli Esteri moscovita – hanno già dimostrato la loro capacità di sabotare le iniziative di pace”.

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Il Presidente Russo Putin e Dimitrij Medvedev

In prospettiva, toni e contenuti dell’iniziativa cinese e l’alzata di scudi di Putin  potrebbero far trasparire il timore del Cremlino di non essere in grado di fronteggiare la preannunciata controffensiva ucraina e mettere le mani avanti rispetto al possibile, terrificante,  ricorso ad ordigni nucleari tattici  per  stoppare l’avanzata delle truppe di Kiev. Una minaccia più volte ripetuta  dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitrij Medvedev. Parole agghiaccianti che più che un delirio rappresentano un vero e proprio ricatto per scongiurare il crollo del regime di Putin.Telefonata con molti retroscena fra Xi Jinping e Zelensky

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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