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Rubrica di critica recensioni e anticipazioni
Sua Maestà il Tg1
Tg1: da sempre stella polare e insieme il brand più riconoscibile e prestigioso, non soltanto dell’informazione televisiva del servizio pubblico, ma dell’intera Rai.
Insomma come dice il titolo di copertina del libro ancora top secret di una delle firme storiche della testata: “Sua maestà il Tg1. Dieci direttori svelano 30 anni di segreti”
Scritto da Ida Peritore, per anni Inviata di punta della redazione politica, e pronto per essere stampato da Male Edizioni “ Sua Maestà il Tg1”, ripercorre con molti retroscena inediti le vicissitudini di tre decenni di “dietro il video” del telegiornale più seguito del Paese.
“Prima ancora di un luogo di lavoro il Tg1 è un sentimento” scrive nella prefazione Vincenzo Mollica.
“La politica è entrata pesantemente in Rai, provocando asti, divisioni e rancori” denuncia Ida Peritore che uno dopo l’altro riesce a far rivelare ad ex direttori del Calibro di Vespa, Mimun, Sorgi, Minzolini, Riotta e con accenni ad Albino Longhi e Gad Lerner, scorci di situazioni e di vicende ancora avvolti nelle nebbie della storia della Rai e della politica.
Queste in sintesi alcune delle affermazioni dei 10 Direttori intervistati da Ida Peritore, assunta in Rai nel 1982 a Firenze e trasferita al Tg1 nel 1994:
- Bruno Vespa
La Rai cambia come il paese di cui è lo specchio. Ma resta in ogni caso una delle migliori aziende televisive del mondo. La frase sulla Dc mio editore di riferimento mi mise contro gli ipocriti, quasi tutti assunti per segnalazione politica, mentre io avevo vinto un concorso.
- Carlo Rossella
Il Cavaliere mi conquistò perché non era minimamente preoccupato della mia precedente fede comunista. Per nominarmi Letizia Moratti mi convocò a Roma mentre ero in ferie a Lampedusa.
- Nuccio Fava
Sono stato una specie di Croce Rossa dell’azienda perché ho guidato, unico fra i Direttori, prima il Tg1 e poi il Tg3. Per le assunzioni chiedevo ai partiti una rosa di candidati e poi sceglievo io. Rivendico l’assunzione di Mentana e Mollica.
- Rodolfo Brancoli
Arrivai il giorno di Ferragosto del 1997 e subito un collega mi fece la pianta politica di tutta la redazione. Lasciai la direzione del Tg1 dopo appena 70 giorni .
- Marcello Sorgi
Le pressioni politiche non riguardano soltanto le testate Rai. Il potere politico esiste e si manifesta continuamente.
- Giulio Borrelli
Non si può scrivere una storia veritiera e onesta della più grande azienda culturale del Paese senza tener conto dei partiti, delle forze industriali, con la loro stampa e delle lobby giornalistiche.
- Clemente Mimun
Dopo la lunga direzione al Tg2, al mio arrivo al Tg1 fui accolto con una pessima atmosfera. La presunzione superava le capacità e la pressione dei partiti, soprattutto di sinistra, a favore di questo di quello, si rivelarono a livelli record.
- Augusto Minzolini
Gli editoriali? mi sono assunto la responsabilità di non appesantire la testata. Una testata deve avere un’anima. Un Tg da le notizie, il Direttore la linea editoriale.
- Gianni Riotta
Il mondo passava dal mio Tg1 dal taglio internazionale, con interviste ai protagonisti. A cominciare dal Nobel dell’economia Amartya Sen, che spiegò in studio la crisi asiatica.
- Alberto Maccari
Aziendalista per eccellenza chiamato a fare il pompiere per spegnere l’incendio del dopo Minzolini. Da Vice direttore con ben otto Direttori a Direttore definito Robocop, instancabile.