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Ucraina: i postini eroi e l’incubo di Zaporizhzhia

Sono in prima linea, indossano giubbotti antiproiettili, ma non hanno armi. Tre volte al mese nonostante bombardamenti ed attacchi consegnano lettere e pacchi, ma anche pensioni, generi alimentari e medicine per i residenti, per lo più indigenti e anziani, della cosiddetta “terra di nessuno” fra i due fronti contrapposti delle forze di Kiev e dell’armata russa.Ucraina: i postini eroi e l'incubo di Zaporizhzhia

E’ l’esercito dei postini dell’ Ukrposhta, Ukrainian Post che, come nel film di Kevin Kostner The Postman, non ha mai interrotto il servizio di corrispondenza e di consegna.

Un esercito dispiegato su tutto il territorio dell’Ucraina e che si avvale di una rete capillare di uffici e di 73.000 dipendenti, inclusi 32000 corrieri postali, 13700 operatori, 2600 smistatori, che assicurano la continuità amministrativa e la sovranità del paese.

Ogni guerra ha i suoi eroi, autentici, falsi, acclamati o sconosciuti. Assieme all’intero popolo ucraino che da 16 mesi sta respingendo l’invasione russa, i postini dell’ Ukrposhta – che fino adesso non ha reso noto il numero dei caduti in servizio – sono i quotidiani eroi invisibili di un conflitto fra i più feroci e tecnologici dalla fine della seconda guerra mondiale.Ucraina: i postini eroi e l'incubo di Zaporizhzhia

Sui circa mille chilometri delle battaglie in corso, l’esercito russo si sta ritirando in diverse aree dell’Ucraina meridionale e orientale. Lo afferma Yevgeny Prigozhin, il leader del gruppo mercenario Wagner, contraddicendo le affermazioni del Cremlino secondo cui la controffensiva di Kiev procede molto a rilento ed é fallimentare.Ucraina: i postini eroi e l'incubo di Zaporizhzhia

“Tutt’altro. I russi si stanno ritirando nelle aree di Zaporizhzhia e Kherson, e le forze armate ucraine stanno avanzando in profondità”, insiste Prigozhin in un’intervista video su Telegram.

Anche se da prendere con le molle, le ammissioni del padre – padrone dei mercenari della Wagner evidenzierebbero, secondo quanto dichiarato all’ Associated Press da Nigel Gould-Davies, consulente esperto per la Russia e l’Eurasia presso l’International Institute for Strategic Studies,  che “a Mosca vi sono crescenti segni di profonda disfunzione, ansia, preoccupazione per la guerra e i problemi reali nello schierare le risorse necessarie per combatterla efficacemente”.

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Yevgeniy Prigozhin

Altri analisti affermano che il crescendo di contrasti e attacchi tra Prigozhin e i vertici militari russi potrebbe segnalare un cambiamento nella politica del Cremlino e portare a ulteriori contrasti interni.

Secondo l’intelligence britannica la capillare repressione del regime non impedisce sui social e nella vita di tutti i giorni varie forme di protesta contro la guerra.

Come fantasmi, i cittadini russi che si oppongono a quello che definiscono “il macello di intere generazioni” infilano volantini nelle cassette delle lettere e sotto i tergicristalli, scrivono “No alla guerra” sui muri, scarabocchiano slogan sulle banconote, scrivono accuse sui cartellini dei prezzi dei generi alimentari. Appendono manifesti sui ponti e sulle vetrine dei negozi. E creano account Tinder con profili che esclamano “cerco qualcuno che mi amerà dopo tutte le atrocità”, seguite da informazioni sul massacro di civili da parte delle truppe russe a Bucha.

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Putin e il Ministro della Difesa Sergei Shoigu

Che per Mosca la situazione sia quantomeno incerta, lo conferma anche la decisione di formare con la massima urgenza, cioè entro la fine di giugno, un “esercito di riserva” e successivamente  un nuovo corpo d’armata che sulla base dei piani ministeriali dovrebbe contare su più di 3.700 mezzi da combattimento. Lo ha reso noto  il ministro della Difesa Sergei Shoigu, che ha affermato: ” entro la fine di giugno completeremo la formazione di questo esercito di riservisti “.

Nell’ultimo periodo sarebbero stati arruolati 114mila militari, 50mila dei quali volontari. Secondo il Ministro della difesa, l’arruolamento procede con una media di 1.336 soldati al giorno, l’equivalente di circa un reggimento.

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reclute russe

Sul fronte opposto, in una intervista alla BBC il Presidente Volodymyr Zelensky ha spiegato che la controffensiva dell’Ucraina procede più lentamente del previsto per il semplice motivo che non viene inutilmente rischiata la vita dei soldati per soddisfare le aspettative internazionali che sollecitano Kiev ad avanzare. Del resto, spiegano a Kiev “la nostra forza principale non é stata ancora dispiegata”.

Sul cosiddetto terzo fronte, quello della pace, il Presidente brasiliano Inacio Lula da Silva ha reso noto durante la visita a Roma che nel fine settimana a Copenaghen, in Danimarca, si terrà un vertice dedicato all’Ucraina, che riunirà rappresentanti dei Paesi occidentali ma anche di quelle nazioni ancora neutrali rispetto alla guerra.

Vi prenderanno parte il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, e delegazioni di India, Brasile e Sudafrica e Cina e Turchia, ma la lista non é ancora stata formalmente definita.

Da Parigi è intervenuto in proposito anche il Presidente Francese Emmanuel Macron: “Al momento non ho alcuna intenzione di prendere iniziative con la Russia ma nel caso in cui fosse Putin a chiamare, naturalmente gli risponderò, perché la Francia è sempre stata facilitatrice e mediatrice ” ha detto in un’intervista a France 24.

Paradossalmente tutti parlano di pace, mentre la guerra ha imboccato un’escalation che non esita a minacciare l’incubo nucleare che potrebbe essere scatenato attorno alla centrale atomica di Zaporizhzhia.Ucraina: i postini eroi e l'incubo di Zaporizhzhia

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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