Dalle Nazioni Unite ai vertici di Zelensky alla Casa Bianca con Biden e a Toronto col Premier canadese Trudeau, sui fronti di guerra ad est e a sud dell’Ucraina si attendono gli effetti di un potenziamento delle forniture di armamenti superiore a quello trapelato sui media.
Come dimostra il successo del bombardamento ucraino a grande distanza in Crimea del quartier generale della flotta russa sul Mar Nero, con i missili a lungo raggio inglesi “Storm Shadow” e francesi “Scalp”, dotati di capacità stealth che consente cioé di diminuire o annullare la rilevazione radar, il preventivato arrivo dei più efficaci missili da crociera tattici statunitensi Atamcs consentirà a Kiev di colpire in maniera ancora più precisa linee di rifornimento, ferrovie e posizioni di comando e controllo molto dietro le linee del fronte russo.
Dal confronto fra l’iniziativa di Putin, che ha incontrato KimJong-un per concordare il rifornimento di proiettili d’artiglieria e armamenti di Pyongyang ed il viaggio oltreoceano del Presidente ucraino, emerge l’incertezza di Mosca sull’affidabilità del dittatore nord coreano, interdipendente dalla Cina se non altro per l’eventuale transito via treno degli armamenti, e la rinnovata disponibilità di Washington e della Nato a sostenere militarmente l’Ucraina.
All’annuale Assemblea delle Nazioni Unite di New York sono echeggiate molte ipotesi sul logoramento bellico russo e ucraino che potrebbe favorire l’avvio di negoziati, se non proprio di pace quanto meno di cessazione delle ostilità.
Dietro il muro contro muro evidenziato all’Onu da Zelensky e dal Ministro degli esteri russo Lavrov si starebbe valutando come, quando e soprattutto su quali basi avviare negoziati.
E’ una fase delicata che, si ritiene, possa essere avviata con la mediazione vaticana e la missione di pace per l’Ucraina affidata da Papa Francesco al Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenze episcopale italiana.
Da giugno all’inizio di settembre l’inviato del Pontefice ha avuto colloqui a Kiev con Zelensky, a Mosca col Primate ortodosso Kirill e il consigliere di Putin per la politica estera Ushakov, a Washington con il Presidente Biden e a Pechino col ministro degli esteri cinese.
Dopo il viaggio a Pechino la neutralità della Santa Sede é stata riconosciuta ed elogiata dal Ministro degli esteri russo Lavrov che ha invitato il Cardinale Zuppi a Mosca per non meglio precisati colloqui.
La nuova tappa moscovita del Presidente della Cei, che si presume potrebbe incontrare questa volta Putin, é prevista fra la settimana prossima e l’inizio di ottobre.
Intanto, mentre prosegue lenta ma pervicace la controffensiva delle forze ucraine, che nelle ultime ore hanno sfondato le linee difensive russe attorno a Verbove lungo il fronte meridionale, per Andrey Kortunov, consigliere del ministero degli Esteri russo e direttore del Consiglio russo per gli affari internazionali, “entrambe le parti devono fare delle concessioni”.
Vicino al Cremlino, l’esponente diplomatico ha sottolineato alla Bbc l’importanza “psicologica” dei missili a lungo raggio utilizzati dall’Ucraina per l’attacco a Sebastopoli al comando della flotta russa sul Mar nero.
“È questo che preoccupa i vertici militari di Mosca? ” gli viene chiesto. “Sì, penso che abbia un impatto sulla popolazione russa” ha risposto Kortunov.
Piccoli ma significativi segnali che si susseguono nel glaciale silenzio di Putin, che quando accenna a negoziati e trattative sembra ripercorrere la trama della commedia “Aspettando Godot”…