Cuore & Batticuore
Rubrica settimanale di posta. Sentimenti passioni amori e disamori. Storie di vita e vicende vissute
Essere inseriti nella frenesia quotidiana, genera nevrosi che esercitiamo attraverso la tecnologia come nell’utilizzo frenetico dei cellulari quando sentiamo il bisogno di verificare gli accessi dei nostri figli ai social come mezzo di controllo. Spesso basta un ultimo collegamento per farci tornare sereni. Ma non basta.
In uno degli ultimi libri di Umberto Galimberti, “L’ospite inquietante” edito da Feltrinelli, sono molte le riflessioni sui giovani e sul futuro che non siamo più in grado di garantire loro, spesso neanche come speranza o come aspettativa.
Si comincia dal nichilismo e dalla svalutazione dei valori, in un periodo storico dove tutto sembra essere scontato e privo di importanza. La nostra è l’epoca delle passioni tristi, afferma, dove l’inaridimento del cuore rende piatta qualsiasi emozione. Dal disinteresse per la scuola, alla povertà di carisma degli educatori che non credono per primi in loro stessi, mortificati nelle loro realtà e troppo spesso incapaci di essere di esempio.
Perché un adolescente dovrebbe voler imitare qualcuno che non crede in se stesso? Prosegue e affronta l’analfabetismo emotivo, la mancanza del sentire emozioni da esprimere, fino alla sessualità emancipata ed insegnata dall’ambiente esterno per arrivare alla pubblicizzazione dell’intimità. Tutto questo senza riuscire a trovarne gioia, benessere, appagamento.
Temi importanti a spiegare la seduzione della droga e dell’alcol,che altro non sono che anestetici per non vivere un dolore, un disagio forte, o il senso di incapacità verso la motivazione alla vita, che purtroppo dalle statistiche in grande crescita, sfociano in gesti estremi.
Questo autore che si è dedicato negli anni allo studio delle dinamiche sociali, insegnando filosofia, psicologia sociale e dinamica, già membro ordinario dell’International Association of Analytical Psychology, nutre il pensiero comune, con la cura di chi accarezza un figlio e il polso fermo di chi sceglie di trasmettere il proprio sapere con l’autorevolezza che spesso manca nei ruoli genitoriali.
Insegnamenti, i suoi, che non terminano poiché restano ancorati nei pensieri, diventando stimolo individuale e collettivo alla partecipazione, al dire, al fare. All’esserci. Al non essere invisibili per chi ci è accanto con la condizione necessaria del riprenderci il ‘tempo’, per noi stessi e per le persone con le quali viviamo in un ricominciare a comunicare affetti, contenuti, passioni e al saper dire di no, nella accezione di regola per amare.
E questo è molto più che abbastanza. E’ un modus operandi in grado di restituirci anima, coscienza, senso della realtà con la leggerezza necessaria che ci porti verso la felicità, quella a portata di ascolto.
L’autoconoscenza è uno degli snodi esistenziali. Dal “conosci te stesso” di Socrate all’interpretazione dei sogni di Freud ad una delle svolte contemporanee, quella del disagio giovanile scandagliato dal filosofo e psicanalista Umberto Galimberti. Patrizia Angelozzi, scrittrice e giornalista, impegnata nel sociale, prospetta le inedite problematiche della nuova frontiera del corto circuito giovanile: quelle dell’impatto col web. Una impetuosa rivoluzione globale appena agli inizi, ma che lascia intravedere profonde evoluzioni fisiologiche e neurologiche, oltre che antropologiche. Con un limite estremo per l’umanità, rappresentato dall’espansione dell’intelligenza artificiale. Un diaframma, o meglio un micro chip che segnerà il passaggio, speriamo non irreversibile, dall’umanità naturale a quella digitale. Scenari da incubo che è essenziale vengano disinnescati prima ancora che possano concretizzarsi.