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Web compatibile con la democrazia?

Web compatibile con la democrazia

Il potere di non mollare più il potere. Ed il web è il mezzo più potente, oscuro e penetrante per manipolare il consenso e stravolgere la democrazia. I colpi di Stato non si fanno più con attentati e carri armati, ma con il controllo dei social, con le sistematiche intercettazioni telefoniche e di ogni tipo di comunicazione, con la violazione di motori di ricerca e data bank, col monitoraggio e la localizzazione satellitare di tutti e di tutto. Golpe permanenti sulla vita degli altri, sulla vita di interi Paesi.

«Democracy Dies in Darkness», la democrazia muore nelle tenebre, è non a caso il motto del Washington Post. Esempi ? Dati concreti ?  Purtroppo sono già un’infinità. Basta citare gli ultimi tre:

Web compatibile con la democrazia

  • gli allarmi circa la possibilità che le elezioni europee possano essere alterate da fake news e attacchi hacker russi.
  • la conferma che il colosso cinese delle telecomunicazioni, Huawei altro non sarebbe che un formidabile network di intelligence che spia e intercetta il mondo attraverso le reti ultraveloci di ultima generazione 5G e smartphone gioiello progettate e realizzati in funzione delle elevatissime capacità di rastrellare a tappetto comunicazioni, dati e immagini e di trasferirle ai database della Cina.
  • la realizzazione di computer quantistici a 512 qubit, definiti “l’atomica della cybersecurity, in grado di fattorizzare i numeri in tempo polinomiale anziché esponenziale e di decifrare anche la crittografia più sicura, apprendere, riprodurre le funzioni cognitive del cervello umano, ed autoprogrammarsi.

“Rischi e vantaggi sono  legati alle caratteristiche della tecnologia e all’uso che se ne fa”  sottolinea l’Avvocato Caterina Flick esperta di diritto e criminalità informatica, privacy, web reputation.

Web compatibile con la democrazia
Caterina Flick
  • Il web è compatibile con la democrazia?

La parola democrazia viene dal greco, e significa potere del popolo, o governo del popolo. Generalmente si parla di democrazia digitale riferendosi è una qualsiasi forma di democrazia che utilizza le tecnologie informatiche anche per consultare direttamente gli aderenti o i cittadini. La democrazia digitale dovrebbe dunque facilitare delle forme di democrazia diretta, tramite le tecnologie digitali. Idealmente il web – accessibile a tutti – potrebbe garantire la trasparenza nella gestione della cosa pubblica, la correttezza nella trasmissione delle informazioni, lo scambio e la raccolta delle opinioni dei cittadini. Penso all’importanza come strumento di dibattito aperto fra le persone he stanno assumendo come strumento di dibattito aperto fra le persone gli hakathon, cioè full immersion di esperti alla ricerca di soluzioni a problemi informatici.

Il Parlamento Europeo, in un rapporto pubblicato nel 2017, indicava diverse modalità di utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in funzione dello sviluppo della democrazia digitale: e-democracy (permettere la partecipazione e la consultazione dei cittadini), e-governance (creare canali di comunicazione in grado di mettere in contatto specifici stakeholder con il mondo politico e istituzionale in modo da poter influenzare il processo decisionale) e e-government (offrire alle persone servizi pubblici elettronici).

Web compatibile con la democrazia
computer quantistico
  • Dal punto di vista delle garanzie ci sono più rischi o vantaggi?

L’uso di piattaforme web per diffondere programmi politici, per gestire i partiti e i militanti, per raccogliere opinioni e voti è utile  perché permette di raggiungere grandi numeri di persone, ma è necessario che siano garantite la trasparenza del loro funzionamento e i criteri con cui sono utilizzate.

Ad esempio, per comprendere la portata di una votazione occorre avere dei numeri certi: non basta sapere quanti hanno votato in un modo o in un altro (e ancora meno la percentuale di voto), ma è importante conoscere il numero di persone iscritte alla piattaforma e il numero di persone invitate ad iscriversi per esprimere il voto.

Altro aspetto critico è la formazione del consenso. Anche in questo caso, è positiva la possibilità di raggiungere e informare un vastissimo numero di persone, ma – come si sa – è possibile veicolare con la stessa potenza sia le informazioni “buone” sia le fake news.Web compatibile con la democrazia

  • Prospettive ?

Ci si sta dirigendo verso la creazione di piattaforme dedicate ad ospitare i processi partecipativi delle comunità e costruire democrazia, rafforzando i legami politici e creando una volontà collettiva.

A livello politico, in Italia sia il Movimento 5 Stelle, in particolare con la piattaforma Rousseau, sia la Lega hanno utilizzato e utilizzano massicciamente il web per comunicare con i propri aderenti e simpatizzanti. Il PD ha seguito l’esempio lanciando Hackitaly. In altri paesi non è diverso: in Spagna il governo comunale di Barcellona nel 2016 lanciò decidim.barcelona.

Anche il voto elettronico si sta diffondendo, anche se c’è una certa cautela per il timore di brogli elettorali, tanto che in diversi casi gli esiti del voto elettronico sono stati contestati e il voto stesso sospeso: penso ad esempio alla Francia, che ha autorizzato il voto elettronico nel 2012 e lo ha sospeso nel 2017. In ogni caso la direzione mi pare segnata.

  • Come garantire ai cittadini la possibilità di decidere e di recedere oltre ogni possibile manipolazione?

Sono necessarie regole e architetture adeguate, per evitare la manipolazione; trasparenza sul funzionamento delle piattaforme e sulla loro proprietà e gestione; sistemi di sicurezza affidabili e costantemente aggiornati.

L’uso delle blockchain potrebbe essere uno strumento valido, accompagnato da regole giuridiche chiare e uniformi.

Allo stesso tempo si dovrebbe formare e informare, evitando di banalizzare il rapporto tra le opinioni espresse dai cittadini e le decisioni che deve assumere chi li rappresenta: quanto più sono le informazioni e le opinioni raccolte, tanto più è necessario operare una sintesi utile a prendere le decisioni concrete.

Richiamando ancora il rapporto del Parlamento Europeo, per avere una buona democrazia digitale si dovrebbe garantire: una combinazione tra attività online e offline; un collegamento chiaro fra le opinioni espresse e i processi decisionali politici e il successivo riscontro; una buona manutenzione degli strumenti; un coinvolgimento corretto delle persone, preceduto da una buona comunicazione; la trasparenza delle procedure; l’interazione effettiva tra le persone.

Streaming media concept
  • Omologazione internazionale inevitabile?

Il rischio di omologazione è legato, in parte, al fatto di ricevere con grande facilità le stesse informazioni, attraverso gli stessi canali.

Paradossalmente la precisione e velocità con cui i motori di ricerca e le piattaforme informative rispondono alle richieste degli utenti limita la loro capacità di informarsi. Precisione e velocità si basano infatti sulla profilazione degli utenti, i quali si vedono riproporre contenuti affini a quelli già cercati.

Allo stesso modo, sui social network e sui blog si coagulano facilmente utenti che la pensano allo stesso modo, con la conseguenza che si creano gruppi di opinione che non hanno modo di confrontarsi.

  • È possibile un continuo adeguamento legislativo per aggiornare i criteri di valutazione e di giudizio all’evoluzione delle capacità e delle mutate condizioni delle connessioni?

Non è semplice per i legislatori stare al passo con le innovazioni tecnologiche. Sarebbe opportuno distinguere tra le norme generali – di principio – e le regole di dettaglio, che affrontano gli aspetti tecnici e che dovrebbero essere scritte da chi di aspetti tecnici capisce. E’ ovvio che i due mondi devono parlarsi.

  • Tempi attuali di intervento giudiziario sulla rete? 

Saperlo sarebbe utile …Web compatibile con la democrazia

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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