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Week end di presidenziali guerra e incubi nucleari

C’è un filo rosso che lega gli sviluppi della guerra scatenata dalla Russia di Putin contro l’Ucraina all’esito delle elezioni francesi di domenica e al senso del 77esimo anniversario della Resistenza in Italia.

E’ le file rouge della contrapposizione fra l’Europa delle libertà e della democrazia e la concezione populista autocratica e fascista di un continente geografico senza una identità politica comune, terra di conquista border line fra occidente e oriente.Le Pen vs Macron: after an acrimonious debate, the French will now choose their next president

I sondaggi favorevoli alla riconferma all’Eliseo di Emmanuel Macron lasciano intravedere una definitiva uscita di scena di Marine Le Pen alla quinta candidatura presidenziale, dopo le varie candidature del padre Jean Marie Le Pen che iniziò fin dal 2000 a sfidare i leader gollisti e socialisti.

Dichiaratamente filo putiniana, e secondo i commentatori internazionali sotterraneamente sostenuta sulla rete dagli influencer russi, l’esponente del Rassemblement Nationale rappresenterebbe, se eletta, una spina nel fianco dell’Europa e dell’occidente. Nella campagna elettorale francese avranno certamente un peso gli orrori della guerra in Ucraina e l’autorevole presidenza di turno dell’Unione europea retta da Macron.

Refluenze dell’appoggio europeo e occidentale all’Ucraina e dell’impatto del conflitto, un film dell’orrore l’hanno definito gli inviati dell’Onu che indagano sui crimini di guerra russi, che hanno innescato polemiche e accuse di putinismo ideologico e post comunista anche in relazione alle celebrazioni del 25 Aprile, anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

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Marin Le Pen e Vladimir Putin

Nonostante sul fronte sud, lungo le direttrici del fiume Dniepr del Donbass e di Odessa l’avanzata russa segni il passo, il Premier britannico Boris Johnson, nel corso di una conferenza stampa a Nuova Delhi, ha affermato che sussiste la “realistica possibilità” che la Russia possa vincere la guerra in Ucraina. Commentando i rapporti delle intelligence occidentali Johnson ha aggiunto: “Putin ha un esercito enorme. Ha una posizione politica molto difficile perché ha commesso un errore catastrofico. L’unica opzione che ha ora è continuare a provare a usare il suo approccio spaventoso, guidato dall’artiglieria, per cercare di sbriciolare gli ucraini”.

Boris Johnson

Secondo gli analisti, in vista del vertice Nato del 26 Aprile nella base tedesca di Ramstein, le affermazioni del Premier inglese sarebbero determinate da due preoccupazioni: mantenere, ed anzi aumentare, il continuo flusso di rifornimenti d’armanenti a Kiev e soprattutto dal crescente timore che messo alle strette,  e vistosi perso, Putin possa precipitare nella cosiddetta sindrome del muoia Sansone con tutti i filistei ed ordinare l’uso di bombe atomiche tattiche di piccola dimensione contro l’Ucraina. Una catastrofe che coinvolgerebbe buona parte del territorio russo e avrebbe devastanti ripercussioni per l’Europa. Basti pensare alle ancora gravissime conseguenze dell’ incidente che provocò la fuoriuscita di radiazioni dalla centrale nucleare ucraina di Chernobyl, nell’aprile del 1986.

Sarà una coincidenza, ma proprio nei giorni scorsi mentre il ministro degli esteri Lavrov escludeva il ricorso alle armi nucleari, Putin ha invece annunciato il successo dei collaudi di un nuovo missile strategico russo in grado di eludere ogni intercettazione e di sganciare contemporaneamente diversi ordigni nucleari “in grado di cancellare un intera nazione”, hanno specificato a Mosca.

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Michel e il Presidente ucraino

Non ha avuto finora riscontri, intanto, l’ennesimo tentativo di mediazione. Dopo la visita a Kiev dell’altro ieri, il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha parlato telefonicamente con Vladimir Putin. Colloquio che si è focalizzato su questioni “umanitarie” con Michel che ha chiesto un cessate il fuoco in occasione dell’imminente Pasqua ortodossa. Il politico belga –  sottolineano gli ambienti europei – ha reiterato la posizione dell’Ue in modo “franco” e “diretto”, ribadendo “l’inaccettabilità” della guerra condotta dalla Russia, “dettagliando” i costi che l’Ue sta imponendo alla Russia con le sanzioni per l’aggressione a Kiev e “confermando” il sostegno “incrollabile” all’Ucraina e alla sua “integrità territoriale”.

Michel ha anche esposto a Putin la sua visione delle “perdite e degli errori di valutazione commessi dalla Russia”, anche per “penetrare il vuoto informativo che potrebbe esistere intorno a Putin”. Michel ha sottolineato tra l’altro la necessità di creare corridoi umanitari per consentire il deflusso dei civili dalle città occupate, “in particolare a Mariupol”.

Da parte sua il Presidente russo ha replicato denunciando, come riferisce la Tass che cita il Cremlino: “le dichiarazioni irresponsabili dei rappresentanti del Consiglio europeo relativamente alla necessità di una soluzione militare del conflitto in Ucraina”

Come ha evidenziato il filmato col ministro della Difesa russo Sergej Shoigu,l’unica forma di dialogo che Putin mostra di accettare é il soliloquio. Il suo.Week end di presidenziali guerra e incubi nucleari

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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