Alla terza ora di colloqui fra Putin e Xi Jinping il vertice fra i due leader del potere a vita, come li ha definiti la stampa internazionale, partorisce una frase che dice tutto senza dire niente: la crisi ucraina dovrebbe essere risolta attraverso colloqui di pace. Non è molto, ma non è neanche nulla. 
Fra un affastellamento di grandi progetti di cooperazione, dalle fonti energetiche, alla rotta artica, dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale alla ricerca, al termine del faccia a faccia con il Presidente Russo, Xi Jinping ribadisce davanti ad una stampa contemplativa, convocata al Cremlino per ascoltare senza poter fare domande, che ”la Cina è favorevole alla pace e al dialogo” come forma per trovare una soluzione alla crisi, e soprattutto che “le relazioni tra Russia e Cina non rappresentano un’alleanza politico-militare, non sono di natura da blocco e conflittuale né sono dirette contro Paesi terzi”.
Di converso, sostengono gli analisti esperti in equilibrismi cinesi, si può dedurre che Pechino ha posto a Putin l’esigenza di avviare trattative di pace per risolvere il conflitto scatenato contro l’Ucraina. Un’esigenza che è aleggiata per tutto il confronto diretto fra il leader del Cremlino e il Presidente cinese e che incombe tuttora su Mosca. Putin ha tentato di mettere le mani avanti dichiarando che é Kiev a non volere attuare il piano di pace cinese, per poi però – sostiene il portavoce del Ministero degli esteri cinese – “ribadire il suo impegno per la ripresa dei colloqui di pace il prima possibile” cosa che la Cina ha subito dichiarato di apprezzare. 
Nelle prossime ore, con in mano il labile impegno russo, Xi Jinping sentirà in video conferenza il Presidente ucraino Zelensky e tenterà di avviare una trattaviva che si preannuncia difficilissima, ma non impossibile. Una trattativa che comunque Kiev non potrà preventivamente rifiutare prima di conoscerne esattamente termini e prospettive.
Anche se per trarre un bilancio complessivo della visita a Mosca del Presidente cinese occorrerà ancora qualche settimana di verifiche e di riscontri, si possono tuttavia tracciare delle indicazioni sul contesto dell’approccio fra le due leadership che stanno connotando la storia dei rispettivi paesi.
L’impressione unanime é che Xi Jinping sia riuscito a far prevalere il tema principale dell’interesse cinese per la ripresa dell’economia globale, mentre Putin in forte deficit di credibilità internazionale é stato condizionato dalla necessità di ottenere dalla Cina, oltre al sostegno politico, anche supporto economico e militare. Soldi e armi essenziali per Mosca, che Pechino é tuttavia restia a concedere apertamente per non incorrere nelle sanzioni secondarie che penalizzerebbero le proprie aziende se dovessero fornire tecnologie militari alla Russia.
Il rallenty dell’approccio cinese ha gelato la tracotanza evidenziata alla vigilia del vertice da Putin che nonostante l’ordine di arresto internazionale con l’accusa di aver fatto deportare migliaia di bambini ucraini si è recato in Crimea e nella città occupata di Mariupol.
