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Zuppi fra i due fuochi della guerra: la pace perduta e da conquistare

A Kiev neanche l’eco della pace rimbomba nella valle insanguinata della guerra di Putin. Apostolo di una concordia umana ormai pressoché disconosciuta a causa delle atrocità quotidiane di un conflitto che in soli 16 mesi ha fatto, in proporzione, più vittime delle battaglie più bestiali della prima e della seconda guerra mondiale, Verdun e Stalingrado, il Cardinale Matteo Zuppi ha resistito per 48 ore con la forza della fede e della speranza nella tempesta di sabbia del deserto infuocato dei bombardamenti e dei combattimenti che infuriano in Ucraina.Zuppi fra i due fuochi della guerra: la pace perduta e da conquistare

Più che dalle oggettive riserve mentali del Presidente Zelensky e dell’intellighenzia cattolica e ortodossa di Kiev, che hanno letteralmente lanciato i loro cuori e le loro preghiere oltre l’esito della controffensiva in atto, é il muro di silenzio del Cremlino, un cupo silenzio che sa di patibolo e d’angoscia, a impedire ogni pur infinitesimale confronto fra l’inviato di Papa Francesco e Vladimir Putin.

Zuppi fra i due fuochi della guerra: la pace perduta e da conquistare
Il Cardinale Matteo Zuppi

Evidente il timore del Presidente russo di apparire più in difficoltà di quanto in effetti non sia sul fronte militare ricevendo a Mosca per parlare di pace l’esponente più carismatico del Vaticano, indicato come l’erede e successore del Pontefice.

In attesa di un miracolo che possa trasformare in riscontri concreti i gesti d’umanità e di riflessione con lo sguardo rivolto alla capitale russa evidenziati a Kiev, il Cardinale Zuppi rientra a Roma per delineare a Bergoglio la complessità del groviglio esistenziale e sociale della situazione ucraina, incentrata esclusivamente sull’alternativa fra la vita e la morte.

Come ripeteva Papa Giovanni Paolo II, “la pace richiede quattro condizioni essenziali: verità, giustizia, amore e libertà” tutte condizioni da ricercare a Mosca, hanno fra l’altro significativamente detto i cattolici e gli ortodossi ucraini a Zuppi, che confidava almeno di poter imbastire un corridoio umanitario per il ritorno in patria dei bambini sottratti ai genitori nei territori occupati e dati in adozione a famiglie russe.

Lo strenuo tentativo della Santa sede di avviare negoziati e trattative di pace é comunque destinato a proseguire per altre vie e in altre forme, fra la consapevolezza della provvidenza e la caparbietà gesuitica che caratterizzano Papa Francesco.Zuppi fra i due fuochi della guerra: la pace perduta e da conquistare

In attesa soprattutto della nuova fase del conflitto determinata dalla incalzante controffensiva lanciata dall’esercito ucraino. Per ostacolare la quale i russi sul fronte di Kherson hanno fatto saltare in aria la diga Nova Kakhovka sul fiume Dnepr, il bacino idroelettrico strategicamente più importante del sud dell’Ucraina, esteso pressappoco come il lago di Garda. “Un tentativo di eco genocidio” ha accusato Zelensky.

Zuppi fra i due fuochi della guerra: la pace perduta e da conquistare
La falla aperta sulla diga Nova Kakhovka

I rilevamenti satellitari evidenziano la progressione dell’avanzata delle 12 brigate ucraine protagoniste della controffensiva lungo un fronte di circa 900 km. In particolare a Novodonetske, tra Velyka Novosilka e Vuhledar, a Berkhivka a nord di Bakhmut.

Prima di impegnare le unità più forti in questa fase viene sondata la reazione nemica, alla ricerca dei punti più vulnerabili. La strategia di Kiev, afferma l’intelligence britannica, è quella di costringere la Russia a difendere un certo numero di aree contemporaneamente, dividendo così le sue forze.Zuppi fra i due fuochi della guerra: la pace perduta e da conquistare

Potrebbe tuttavia trattarsi di un diversivo, perché gli attacchi della guerriglia scatenata dai partigiani russi anti Putin nell’oblast di Belgorod, lasciano pensare che la direttrice principale della controffensiva possa essere invece l’oblast della città di Charkiv nella regione storica della Sloboda in direzione di Donetsk, in modo da accerchiare l’armata russa.

Da quel che mostrano le immagini dei satelliti e dei droni si tratta di una controffensiva di manovra, piuttosto che il martellamento delle artiglierie sulle trincee.Zuppi fra i due fuochi della guerra: la pace perduta e da conquistare

Nonostante il riserbo del Pentagono, a Washington c’è ottimismo. Dalla Casa Bianca il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, ha detto al New York Times che non andrà oltre la dichiarazione con la quale i funzionari ucraini confermano la progressione dell’avanzata. “Quello di cui posso parlare é quanto duramente abbiamo lavorato per prepararli ad essere pronti”, ha detto Kirby. Che ha aggiunto: “il Presidente Biden è fiducioso che abbiamo fatto tutto il possibile negli ultimi mesi per assicurarci che avessero le capacità per avere successo”.

Mai come in questi giorni il miraggio della pace in  Ucraina è stato in bilico sulla prospettiva di successo di Kiev.Zuppi fra i due fuochi della guerra: la pace perduta e da conquistare

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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