Dall’alto dei suoi 96 anni, la scomparsa di Sergio Zavoli rappresenta per l’informazione e il Paese una grande perdita umana e culturale.
Un addio oltremodo doloroso, perché Zavoli è stato un autentico gigante dell’informazione. Un gigante che ha vissuto con semplicità, ma pensato e realizzato grandi cose.
Antesignano e insieme eccelso interprete dell’informazione della Rai, di tutta l’informazione radiotelevisiva: dalla Radio alla Tv, dallo sport alle inchieste, dalle direzioni di Gr e Tg al vertice della Rai, al Senato della Repubblica, alla Presidenza della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli ha attraversato fin dalla nascita del servizio pubblico tutti gli ambiti aziendali e politici della Rai e ne ha rappresentato sempre la parte migliore, che ancora oggi viene additata ad esempio e termine di paragone. Per chi scrive é stato davvero un grande privilegio lavorare con Servio Zavoli al programma Viaggio attorno all’uomo.
Nato a Ravenna il 21 settembre 1923, Sergio Zavoli entrò alla Rai nel 1947 come giornalista radiofonico. E fin quasi dagli esordì della carriera realizzò con Cesare Zavattini un nuovo genere di documentari, detti all’italiana, basato su storie riprese nel loro stesso ambiente sonoro e non ricostruite in studio.

Nel 1962 creò la trasmissione televisiva “Processo alla tappa”, un programma sportivo incentrato sul Giro d’Italia. Già nella sua prima edizione, rivoluzionò il modo di trattare lo sport in tv: andava in onda dopo la conclusione di ogni tappa e da un palco improvvisato nei pressi della linea del traguardo si alternavano corridori, direttori sportivi, giornalisti.
Passato definitivamente alla televisione nel 1968, Zavoli ha ideato trasmissioni di grande successo dedicate all’attualità (Tv7, Az, Controcampo); nel 1969 fu Condirettore del Telegiornale, Direttore del Gr1 (1976) e Presidente della Rai (1980-86).
Direttore de “Il Mattino” di Napoli (1993-94), ha collaborato come opinionista a varie riviste (Oggi, Epoca, Jesus). Senatore della Repubblica dal 2001 al 2018, nel 2009 é stato eletto Presidente della commissione parlamentare per la vigilanza sulla Rai.
Attento alle problematiche morali e sociali dell’età contemporanea, Zavoli ha scritto vari saggi, come “Viaggio intorno all’uomo” (1969), “Nascita di una dittatura” (1973), “La notte della Repubblica” (1992), legati a sue trasmissioni televisive di successo. Ha pubblicato inoltre: “Dieci anni della nostra vita: 1935-1945” (1960); “Altri vent’anni della nostra vita: 1945-65” (1965); “Figli del labirinto” (1974); “Socialista di Dio” (1981); “Romanza” (1987); “Di questo passo” (1993); “Un cauto guardare” (1995); “Dossier cancro” (1999); “Il dolore inutile” (2002); “Diario di un cronista” (2002); “La questione: eclissi di Dio e della storia” (2007).
Nel 2011 ha pubblicato il libro autobiografico “Il ragazzo che io fui”, storia personale che diventa viaggio nella memoria dell’Italia. E’ stato autore di raccolte poetiche come “L’infinito istante (2012) e “La strategia dell’ombra” (2017). Tra i tanti programmi televisivi di Zavoli “Viaggio nel sud” (1992); “Nostra padrona televisione” (1994); “Credere, non credere” (1995), dal quale è stato tratto un volume (1997).
Sergio Zavoli lascia un’enorme e prestigiosa eredità che rappresenta l’essenza del servizio pubblico. Un’eredità sulla quale si gioca la credibilità e probabilmente la stessa sopravvivenza della Rai.