Se a Londra o a Parigi, come sosteneva il drammaturgo francese Jean Girardoux “il privilegio dei grandi è vedere le catastrofi da una terrazza”, a Roma il destino dei veri protagonisti è quello di esercitare potere, seduzione e influenza dalle terrazze sull’ incommensurabile panorama della Città Eterna.
Misteri e ministeri, nomine e sottogoverno, appalti e concorsi, gossip e amori galeotti, per non parlare di premi letterari e film: non c’è ambito della politica, dell’economia, della cultura che nella capitale non transiti e non rimbalzi attraverso le poche decine di terrazze che contano davvero nel panorama degli oltre tre milioni di attici terrazzati dello skyline romano.
Leggende metropolitane? Esagerazioni? Tutt’altro.
Come dimostrano le fulminanti opinioni di Ennio Flaiano: “ In due si tace meglio…ma vivere a Roma è un modo per perdere la vita” e del filo milanese Indro Montanelli: ”Forse uno dei guai dell’Italia è proprio quello di avere per Capitale una città sproporzionata per nome e per storia…”.
Nei borsini della smaliziatissima Roma mondana oltre alla presenza conta, e pesa, anche l’assenza.
Ma il ruolo delle terrazze è talmente connaturato con la romanità da rappresentare il set naturale ed insieme la notizia, la trama e la sceneggiatura di infiniti articoli giornalistici, decine di romanzi, sceneggiati tv e film. A cominciare dal celebre “La terrazza” di Ettore Scola , vincitore nel 1980 al 33° festival di Cannes del Premio per la migliore sceneggiatura e per la migliore attrice non protagonista, Carla Gravina.
Un vero trionfo per le terrazze romane è soprattutto il recente film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, vincitore fra gli altri premi dell’Oscar, del Golden Globe e di 9 David di Donatello. Metafora e insieme manifesto della Roma delle terrazze, “ La grande bellezza” traccia una grottesca radiografia del generone capitolino, stratificato su tutti gli anfratti del potere, vero e presunto. Ma sul cinismo, l’inconsistenza o la valenza criminale di parvenu, politici, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e pseudo intellettuali, fagocitati in una babilonia disperata, prevale la reale bimillenaria grande bellezza della Capitale.
Dalle attrici, alle star televisive, come Mara Venier che spesso apre agli amici la propria spettacolare terrazza che spazia su monumenti e tetti del centro, alle Prime Donne dei Salotti, non c’è appuntamento mondano, premiazione, ricorrenza, festeggiamento che non si celebri sulle terrazze di casa o su quelle di grandi alberghi.

A cominciare dalla terrazza sul Pincio della Casina Valadier. Inaccessibile ai comuni mortali con pochi zeri sul conto in banca, il ristorante immerso nel verde del Pincio, nel cuore di Villa Borghese, offre una vista unica su Piazza del Popolo e giù fino a Castel Sant’Angelo e San Pietro.

Sulla vetta di Trinità dei Monti che sovrasta uno dei monumenti più belli e conosciuti della Città, la scalinata e Piazza di Spagna, svettano le sale panoramiche dell’Hotel Hassler uno dei simboli del lusso, frequentato da decenni dal gotha dell’economia, dello show biz e della politica mondiali.

Aperto da oltre 50 anni, lo Zodiaco si trova a 139 metri di altezza sul Monte Mario, dal quale domina tutta Roma con una vista mozzafiato fino ai Castelli Romani.
