Agcom con retrogusto amaro al Nazareno. Il retrogusto dei veleni per il possibile conflitto d’interesse. Cinque Stelle e centro destra, con rispettivi giornali e media al seguito, per non parlare dei renziani, attendono infatti al varco il Pd che avrebbe deciso di designare all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni il parlamentare in carica Antonello Giacomelli, l’ ex Sottosegretario che per 5 anni al Ministero dello Sviluppo economico, con i Governi Renzi e Gentiloni, ha gestito proprio la delega alle Comunicazioni.
Negli ambienti del Mise si sottolinea come mai, fino adesso, sia stato nominato Commissario all’Agcom un deputato in carica, attuale vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai e soprattutto ex Sottosegretario che per un quinquennio ha gestito personalmente i delicati rapporti con multinazionali come Huawei, Zte, Apple e Google e i network delle telecomunicazioni, a cominciare da Rai, Mediaset e Sky. Gli stessi gruppi che la rinnovata Agcom dovrà fronteggiare.
Proprio in quegli anni, sottolineano fra l’altro al Mise, si è verificata la coincidenza dell’inserimento di Prato, città natale e collegio elettorale di Giacomelli, fra le aree metropolitane italiane, assieme a Milano, L’ Aquila, Bari e Matera, scelte per la sperimentazione della rete del 5G.
Ma negli ambienti del Ministero dei Beni Culturali (Giacomelli dopo aver lasciato la corrente di Lotti e Renzi ha infatti aderito all’area Dem di Dario Franceschini) si ribatte che Prato non poteva essere esclusa vista l’alta densità di cittadini cinesi.
Resta il fatto, osservano sconcertati all’Agcom, che non si tratta di un incarico politico ma di alta amministrazione. Un ruolo di garanzia e imparzialità per il quale sarebbe indispensabile la laurea.
In attesa del probabile doppio voto del 27 febbraio col quale Senato e Camera, dopo vari rinvii, eleggeranno i componenti delle autority, al Nazareno oltre alle polemiche montano le critiche al Segretario Nicola Zingaretti, accusato di esporre il Pd ad un possibile clamoroso passo falso sull’Agcom.
Che senso ha, si chiedono molti esponenti della stessa area del segretario, concretizzare il rinnovamento con la esemplare nomina alla Presidenza del partito del Sindaco di Marzabotto Valentina Cuppi, per poi rassegnarsi al boomerang di veleni che fatalmente si trascinerebbe dietro una nomina ad alto rischio di conflitti d’interesse nella più delicata delle autority?
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