L’invasione dei droni
Roma città aperta…soprattutto ai droni. Dal Colosseo, al Vaticano, a Piazza Venezia, al Pantheon non passa giorno che non vengano sequestrati piccoli droni pirata, manovrati da turisti intenti a filmare e a scattare foto dall’alto.
Turisti che si dichiarano subito ignari del fatto che sulla Capitale é stata istituita una no fly zone. In particolare sul quadrilatero che comprende l’area delimitata all’incirca dalla Stazione Termini, al Circo Massimo, Vaticano, Castel S.Angelo a piazza S. Giovanni.
Il moltiplicarsi dei casi fa pensare che albergatori, agenzie turistiche ed enti specializzati non diffondano sufficientemente l’avvertenza a non utilizzare droni.
Dispositivi che possono essere di dimensioni molto ridotte ma assai tecnologici, acquistabili ovunque e a poche decine di euro. Recenti e ripetuti allarmi antiterroristici hanno fatto alzare al massimo la sorveglianza e le rilevazioni per il timore che fra i turisti-piloti si possa mimetizzare un attentatore.
Il livello d’allerta è stato ulteriormente intensificato dopo il rapporto dell’Europol che a giugno ha evidenziato il rischio che l’utilizzazione dei droni armati da parte dell’Isis in Siria e in Iraq possa essere emulata anche in Europa. Analoghi allarmi erano giunti in precedenza dagli Stati Uniti, in particolare dall’ Fbi, e dal Mossad israeliano