Bce e sportello Banche
Nuova stretta della Bce sui non performing loan, i crediti non esigibili delle banche. In particolare, con un’appendice alla guida sui prestiti in sofferenza, già pubblicata il 20 marzo scorso, la banca centrale chiede nuovi livelli minimi di coperture prudenziali e, a partire dal 1 gennaio 2018, esigerà una copertura completa per la parte non garantita di nuovi NPL dopo un massimo di 2 anni e per la parte secured al più tardi 7 anni.
Ogni deviazione dalla guidance dovrà essere spiegata dai supervisori e, sulla base delle spiegazioni delle Banche, la Bce valuterà la necessità di ulteriori misure di vigilanza.
In sostanza, dopo sette anni, un credito deteriorato garantito dovrà comunque essere azzerato. Gli istituti sotto la supervisione Bce che hanno elevati livelli di non performing loan, dovranno presentare le loro strategie, con gli obiettivi di riduzione npl, nella prima metà dell’anno, precis la Banca centrale. Molte banche hanno fatto progressi notevoli e hanno presentato strategie credibili tra cui piani di riduzione. Tuttavia, “qualche altra banca deve ancora migliorare”, sottolinea l’autorità di vigilanza. Entro la fine del primo trimestre del 2018, la Supervisione bancaria della Bce presenterà la sua considerazione relativa a nuove politiche per affrontare lo stock esistente di npl, incluse le opportune disposizioni transitorie”.
- Analisti: da Bce pressione a cedere crediti dubbi
L’orientamento della Bce sui crediti di difficile riscossione potrebbe spingere gli istituti italiani ad accelerare lo spostamento dei crediti sani ma a rischio tra quelli in bilico prima della fine dell’anno, allo scopo di sottrarli al nuovo regime in caso di deterioramento, e di incentivare la cessione dei crediti dubbi, così da impedirne la svalutazione automatica.
E’ quanto evidenziano nei loro report alcuni analisti finanziari. Si tratta, viene fatto notare, di una normativa che rischia di penalizzare le Piccole e Medie imprese, che vedrebbero salire il costo del credito non garantito in modo significativo. Altre valutazioni tecniche riguardano il perimetro di applicazione delle nuove regole. Perimetro di applicazione ritenuto un elemento positivo in quanto se le nuove regole fossero state estese anche agli stock di crediti dubbi esistenti al 31 dicembre 2017 avrebbero comportato maggiori accantonamenti per il sistema. Ci si attende come effetto collaterale una maggiore migrazione per fine 2017 di credit performing a crediti dubbi in modo da non incappare nel nuovo meccanismo di accantonamenti automatici. Altri analisti prevedono invece che l’impatto dell’applicazione della nuova regola possa esere all’inizio molto limitato,in considerazione del fatto che il flusso di nuovi crediti deteriorati è vicino ai livelli pre-crisi.
- Banche Venete: una legge per tutelare i risparmiatori più deboli
Secondo Massimo Vaccari, il giudice del Tribunale di Verona che ha definito un processo a carico di Bpvi, condannandola a risarcire una cliente pensionata, con le ultime sanzioni di Consob e Bce, le prospettive della liquidazione coatta amministrativa di Veneto Banca e Popolare di Vicenza si sono fatte piuttosto pessimistiche, mentre su tutta la vicenda è scesa una coltre di incertezza che, sostiene il magistrato, rischi, con l’ipotesi di maxi cause contro authority come Banca d’Italia, di ingolfare gli uffici giudiziari, senza esiti certi.
Il Giudice Vaccari si è interessato anche delle ricadute economiche e sociali sugli ex azionisti. “Su questo – dice Vaccari – è mancato ancora un preciso impegno della politica”. A fronte della sospensione delle cause civili pendenti, che è uno degli effetti della liquidazione, oggi per un risparmiatore azzerato e sono circa 80mila quelli che ancora potrebbero rivalersi sulle due banche – l’unica strada è quella dell’insinuazione al passivo della procedura di liquidazione.
“Il fatto è – spiegail magistrato – che c’è il credito privilegiato dello Stato che ha finanziato l’operazione di Intesa Sp. Quindi le prospettive di recupero per gli altri sono molte remote”. E lo stesso Stato, che ha qualche chance in più, ha comunque prospettive incerte.
Le soluzioni che il giudice ipotizza sono norme ad hoc per far sì che “parte del ricavato o l’intero ricavato delle sanzioni comminate da Consob e Bce, in tutto oltre 25 milioni di euro, sia destinato a ristorare i soci investitori” insieme a questo, si potrebbe “prevedere una camera di conciliazione che consenta di accertare in tempi rapidi eventuali diritti di risarcimento del danno subito, distinguendo le posizioni, magari il pensionato e la casalinga non adeguatamente informati su loro investimento da chi ha provato a lucrarci”. Per tutto questo, però, precisa il magistrato Vaccari “serve una legge”.