Pd e Governo rinsaldati dal voto di Bologna e dell’Emilia Romagna. In Calabria vince nettamente la candidata di Forza Italia mentre Salvini resta praticamente a secco. Tracollo disastroso dei Cinque Stelle. In sintesi è questa la fotografia delle regionali in Emilia Romagna e Calabria che esce nitida dai primo exit pool.
Sospinta dalla forte affluenza, superiore a quella delle europee, e dall’indubbio apporto del movimento delle Sardine, la coalizione di centrosinistra ha respinto più agevolmente del previsto l’arrembaggio della Lega e in particolare di Matteo Salvini, la cui spasmodica onnipresenza in campagna elettorale ha finito per mettere in secondo piano la candidata Lucia Bergonzoni, facendole perdere appeal e credibilità.
L’elettorato ha in sostanza respinto l’implicito appello al referendum a favore di Salvini ed ha votato per l’unico candidato che ha dimostrato di avere a cuore e di saper risolvere le problematiche della regione: il governatore uscente Stefano Bonaccini.
Anche la nettissima affermazione in Calabria della fedelissima di Berlusconi Jole Santelli, non corroborata da progressioni elettorali della Lega può leggersi in chiave di presa di distanza da Salvini.
Il tanto preannunciato colpo di maglio al governo Conte insomma non c’è stato e nonostante la relativa avanzata in termini di voti, psicologicamente, nell’immaginario collettivo del chi vince e chi perde, la Lega ripiega mogia e moscia al Nord.

Sospiro di sollievo invece per Nicola Zingaretti, il Premier Giuseppe Conte, e anche per i renziani e i grillini che a ridosso dell’argine del Pd evitano lo tzunami annunciato di una difficile crisi di Governo e lo spauracchio delle elezioni anticipate.

Il Movimento 5 Stelle e Italia Viva, escono pesantemente sconfitti e ridimensionati, ma guadagnano tempo per tentare di risolvere, i primi, il difficile travaglio interno che dovrà portare ad una nuova leadership, e i secondi le montagne russe di un consenso totalmente legato nel bene e nel male a Matteo Renzi.