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Flash nella notte del conformismo
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Cartabia & Bongiorno: leader in progress
Merito, soltanto meritatissimo merito. Altro che quote rosa. Un merito, fra l’altro, molto più sudato di quello maschile. Da Marta Cartabia, eletta prima donna Presidente della Corte Costituzionale, al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, da Teresa Bellanova a Paola De Micheli a Giulia Bongiorno, da Laura Castelli a Marina Sereni, per le donne ai vertici delle istituzioni hanno sempre e solo contato gli altissimi livelli qualitativi del loro impegno professionale. Con ulteriori lusinghiere prospettive, in particolare per:
Marta Cartabia dopo la Presidenza della Corte Costituzionale che scadrà al termine del suo mandato di 9 anni alla Consulta, a metà settembre del 2020, potrebbe rientrare nel novero delle candidature per il Quirinale o per la Presidenza del Consiglio, come Premier di garanzia di eventuali governi tecnici.
Giulia Bongiorno è considerata l’asso nella manica della Lega per candidature di primissimo piano nell’eventuale prossimo Governo a guida leghista, e non solo. Oltre che per i Ministeri della Giustizia, dell’Interno e della Difesa, il nome della penalista ricorre sempre più spesso anche fra i possibili candidati del centrodestra per il Colle.
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Il delfino Caparini
Il successo e i meriti ampiamente riconosciutigli per la gestione dell’Assessorato al Bilancio, finanza e semplificazione della Regione Lombardia, hanno fatto ulteriormente lievitare le già alte quotazioni all’interno della Lega di Davide Caparini.
Già parlamentare per 5 legislature, 53 anni, ingegnere, a lungo responsabile della comunicazione e segretario della Commissione parlamentare di vigilanza per la Rai, Caparini viene ritenuto uno dei possibili successori alla Segreteria del partito nel caso dell’eventuale passaggio di Matteo Salvini alla Presidenza del Consiglio. Se come pare più probabile Salvini dovesse mantenere l’incarico di Segreterio, a Caparini verrebbe delegata la gestione della Lega col ruolo di vice segretario unico.
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L’angelino Di Maio
Battuta maliziosa di un protagonista del Transatlantico di Montecitorio: “ Luigi Di Maio assomiglia sempre più ad Angelino Alfano, con più capelli e per il momento con più voti”