Chicane terroristica sulla rambla di Barcellona
Rambla insanguinata a Barcellona per l’ennesima strage terroristica del fondamentalismo islamico. Mentre si contano ancora le decine e decine di vittime e di feriti, che un furgone che procedeva a velocità ha falciato a zig zag sterzando da una carreggiata all’altra, la Polizia Catalana e le forze di sicurezza spagnole hanno già sufficienti elementi per affermare che si tratta dell’attacco premeditato di almeno due elementi di origine nord africana che hanno noleggiato nelle ore precedenti il furgone. Si tratta di due fratelli marocchini, già arrestati. L’intelligence spagnola sta scandagliando il traffico sulla rete per individuare eventuali collegamenti con il Daesh, il sedicente stato islamico.
La strage di Barcellona fa ripiombare l’Europa nell’incubo del terrorismo fondamentalista. Terroristi che sfruttano l’effetto sorpresa e l’assoluta imprevedibilità e improvvisazione degli attacchi.
Un fondamentalismo che aggiorna continuamente l’algoritmo del terrore. Dai camion che falciano la folla a Nizza, Berlino, Stoccolma, agli attacchi fai da te di Parigi, Istanbul e da ultimo a Londra e Manchester, il mostro del fondamentalismo continua ad affondare la scimitarra nel cuore di burro di un’Europa indifesa, inerte, e soprattutto ancora non del tutto consapevole delle potenzialità distruttive di un fanatismo praticamente inesauribile.
Una sequenza di attacchi che da Charlie Hebdo, al Bataclan, a Bruxelles, alla Turchia, all’Inghilterra colpiscono in forme sempre diverse e inedite.
Segnali che in Italia hanno ulteriormente fatto elevare il livello di allerta dell’intelligence e quella investigativa del controllo del territorio. Capacità essenziali che rappresentano la prima e fondamentale difesa contro l’onda lunga del terrorismo.
Un allarme rosso innescato dalla cosapevolezza della forza moltiplicatrice e dell’effetto emulativo delle immagini della strage lungo la Rambla di Barcellona.