Prospettive e aspettative del voto in Sicilia
Sui doppi scenari, regionali e nazionali, del voto del 5 novembre pubblichiamo l’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia dall’editorialista de La Stampa Amedeo La Mattina
“Ci sono Statisti in Sicilia? E il momento che si facciano avanti e dimostrino quello che sanno fare! “ esclama con passione Amedeo La Mattina,editorialista de La Stampa, palermitano e recente autore di un saggio e di un romanzo.
- Saranno elezioni di svolta o di continuità, nel senso che dopo il 5 novembre ci sarà bisogno di alleanze fra gli schieramenti ?
Ho difficoltà a vedere elezioni di svolta. I 5 Stelle sono un’incognita totale. Il centrosinistra arranca sotto il peso dell’esperienza Crocetta e di un Pd che non ha mai fatto la differenza. Musumeci, con tutta la buona volontà che può metterci e la forza di indipendenza che dice di voler esercitare, dovrà comunque fare i conti con la sua coalizione e con i numeri necessari per la maggioranza all’Ars. Si potrebbe rischiare una maggioranza fatta di esponenti politici che hanno già governato per anni, alcuni addirittura con il centrodestra e con il centrosinistra. I saltafossi, gli habitué della transumanza insomma.
- Che scenari nazionali si potranno configurare, anche all’interno delle forze politiche?
L’eventuale vittoria del grillino Cancelleri darebbe a Luigi Di Maio una forza propulsiva per le politiche del 2018 e azzererebbe l’attuale trend nazionale in calo dei 5 Stelle. Se dovesse farcela il centrodestra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che sono stati grandi sponsor di Musumeci, batterebbero cassa ad Arcore presso Berlusconi che in Sicilia non ha saputo esprimere un candidato forte in grado di vincere da solo. Renzi e il Pd stanno lottando quanto meno per piazzarsi al secondo posto. Una sconfitta onorevole che, soprattutto per Angelino Alfano, sarebbe meglio del disastro.
- Eventuali colpi di scena e risultati a sorpresa?
Le liste elettorali e i candidati potrebbero fare sicuramente la differenza
- Lette in controluce le liste riflettono soltanto la presenza dei tradizionali partiti ?
Più che vecchia Dc c’è il solito sottobosco politico. La cosa che più colpisce, ma non è una novità, è che i portatori di interessi e di pacchetti di voti sono riconosciuti e apprezzati come tali da fette più o meno consistenti di elettorato. Lo stato di necessità ha creato un intreccio di interessi reciproci. E non è una situazione socio politica esclusivamente siciliana, ma meridionale
- Da dove dovrebbe iniziare il rinnovamento e il rilancio della Sicilia promesso da tutti candidati?
Ci vorrebbe una rivoluzione culturale. Ovviamente sul piano più prettamente politico, sicuramente ci vorrebbe un’azione di Governo regionale che non passi solo da Palermo: occorre che i nuovi governanti siciliani si siedano al tavolo con il Governo nazionale per utilizzare al meglio il finora inutilizzato Statuto speciale della Regione Siciliana. Per promuovere investimenti mirati su alcuni settori economici prioritari come agricoltura, turismo ed il finanziamento delle start up. E considerando sempre l’occupazione giovanile come la priorità delle priorità.
- Capacità e speranze di realizzazione ?
Non si può mai perdere la speranza di capovolgere l’attuale situazione in un’Isola piena di risorse e di giovani che per trovare un lavoro sono ancora costretti ad emigrare. Mi auguro che il prossimo Presidente eletto direttamente dai siciliani e con uno Statuto speciale che potrebbe consentirgli di marciare come un treno, non si faccia ancora una volta irretire dagli gnomi del consenso e riesca a realizzare progetti di ampio respiro. Come mi chiedevo all’inizio: insomma ci sono statisti in Sicilia?