Cibo e benessere. La sfida nutrizionale caratterizzata da obesità letale e da sprechi criminali
Alimentazione e qualità della vita. Cibo e salute. Nel mondo la sfida nutrizionale vede fronteggiarsi 2,1 miliardi di persone obese o in sovrappeso, alle quali si contrappongono 800 milioni di persone denutrite. Il cibo buono non è solo quello che appaga il palato. E’ un cibo che rispetta l’ambiente, la salute e riduce gli sprechi. E in questo i campioni sono i francesi. Lo attesta il Food sustainability index, l’indice realizzato da The Economist intelligence unit, il centro ricerche del gruppo Economist, per misurare i Paesi più virtuosi nel produrre, distribuire e consumare alimenti.
In Italia il 45% della popolazione é in sovrappeso e vede aumentare per questo il rischio di malattie cardiovascolari, tumori e disturbi metabolici. L’epidemia di obesità in corso dipende spesso dalla non conoscenza del proprio corpo. Chi ha problemi di peso dovrebbe innanzitutto misurare glicemia e insulina. Basterebbe cambiare l’ordine degli alimenti da ingerire a pranzo e a cena, iniziando con le verdure anziché la pasta. Questa, secondo gli specialisti della Scienza dell’alimentazione, la chiave per riuscire a tenere meglio sotto controllo il valore della glicemia e dell’insulina dopo i pasti e di conseguenza la chiave per dimagrire.
Nella classifica a 25, fra i Paesi più virtuosi nel produrre, distribuire e consumare alimenti sul podio dopo la Francia salgono Giappone e Canada. L’Italia è al sesto posto, una posizione che si giova di una agricoltura diventata via via sostenibile e di una lotta agli sprechi sempre più concreta, ma che sconta diete alimentari sbagliate, eccessive rispetto al fabbisogno energetico dei singoli individui, a partire proprio dai bambini.
Fanalino di coda di questa lista l’India, che sconta la pessima gestione delle risorse idriche e soffre di un grave fenomeno di denutrizione tra i bambini sotto i cinque anni. Per ragioni opposte, spreco eccessivo di cibo e obesità, al 23esimo e 24esimo posto si piazzano l’Arabia Saudita ed Egitto.
Se si analizzano i tre indicatori che hanno portato all’elaborazione dell’indice si scopre che i migliori risultati in termini di agricoltura sostenibile li ha raggiunti la Germania, che ha ottimizzato l’uso delle risorse idriche e ridotto quello di pesticidi e fertilizzanti. Bene anche Canada e Giappone mentre i peggiori, sotto questo profilo, sono India, Emirati Arabi ed Egitto.
La sfida nutrizionale viene vinta dalla Francia perché si è dotata di politiche per l’adozione di diete salutari, a partire dalla tassazione delle bevande zuccherate. Lo scenario vede sempre più ampliarsi la forbice tra i Paesi poveri dove fame e malnutrizione provocano migliaia di vittime e quelli ricchi afflitti da problemi legati a sovrappeso e obesità, problemi che si riscontrano già in età premature anche nei Paesi in via di sviluppo.
In questi ultimi casi la classifica dell’ipernutrizione vede ai primi posti Emirati Arabi, Arabia Saudita e Stati Uniti. E anche l’Italia in questo contesto ne esce male: siamo il terzo Paese per ipernutrizione e il secondo per sovrappeso e obesità nella fascia tra i 2 e i 18 anni.
Il fronte più scandaloso rimane quello degli sprechi. Secondo il World wild life fund viene perduto un terzo dell’intera produzione alimentare. Una enorme quantità di cibo sprecato che basterebbe a sfamare quattro volte gli 800 milioni di persone denutrite sparse nel mondo.