Corea del nord: bye bye Kim Jong-unBlitz americani o meno, l’atomica vagante di Kim Jong-un sarà disinnescata da Pechino. Nonostante le apparenze il vertice in Florida fra Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping ha assunto la valenza di una Yalta 2.0
Con l’accorta regia dietro le quinte dell’ex segretario di Stato Herry Kissinger, che a dicembre aveva incontrato Xi Jinping a Pechino, i Presidenti di Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo destinato a ridisegnare gli equilibri geo politici dell’Asia. Accordo che prevede stabilità strategica e stabilità economica: Export-import in cambio della denuclearizzazione della Corea del Nord.

Nel migliore dei casi l’intesa Usa-Cina determinerà a breve il ritorno all’asilo o, peggio, la scomparsa dalle scene di Ciccio bomba Kim Jong. Più che un colpo di scena si tratterà di un colpo di Stato, attuato da un generale dell’intelligence fedele a Pechino. L’eliminazione a febbraio in Malesia del fratellastro di Kim fa pensare che per la destituzione del baby dittatore si era pensato ad un parente stretto.Il golpe non sarà facile, e neppure indolore, ma i cinesi sono i soli a poterlo attuare prospettando a Pyong yang la necessità di una svolta per far sopravvivere i 25 milioni di nord coreani stremati da tre generazioni di dittatori.
Come per lo storico incontro a Pechino, nel febbraio del 1972, fra Mao e Nixon, la nuova Yalta fra Trump e Xi Jinping ribalta nuovamente i rapporti fra Washington e Mosca.

Corsi e ricorsi storici: la dottrina Kissinger, proseguita da Reagan, determinò l’implosione dell’Unione sovietica. Bypassare Putin e isolare Mosca potrebbe avviare in Russia un nuovo corso democratico. Illusioni? “ Senza illusioni non ci sarà mai grandezza di pensieri, né forza, impeto e ardore d’animo, né grandi azioni che per lo più sono pazzie“, scriveva Giacomo Leopardi