Sui temi economici della campagna elettorale pubblichiamo l’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia dall’economista Carlo Cottarelli Sulle prime pagine dei quotidiani rimbalza l’immagine di un Paese in bilico su un debito pubblico che sfiora i2300 miliardi, ma che viene traghettato verso la nuova legislatura dalla campagna elettorale più demagogica e illusoria della storia repubblicana. Un ‘Italia che sopravvive alla crisi incombente, ma é sempre più sola e disuguale, denuncia l’ultimo rapporto Istat sul benessere equo e sostenibile. Una quotidianità italiana che viene strattonata e sospinta verso prospettive irrealizzabili. “Il problema è dove trovare le risorse senza dilatare ulteriormente il deficit pubblico che sta strangolando il Paese” evidenzia Carlo Cottarelli, già Direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale e commissario alla spending review.
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Perché una campagna elettorale stile saldi e offerte speciali?
“Per l’incertezza sostanziale del risultato. Per riportare il dibattito su un piano concreto ho scritto una lettera a tutti i partiti invitandoli a chiarire pubblicamente quali sono i loro programmi di finanza pubblica per i prossimi cinque anni”
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La promessa più rischiosa?
“L ’abolizione della Fornero. Bisogna vedere chi paga. Le alternative sono due: o si tassano di più quelli che lavorano, oppure si va in pensione prima, ma si prendono meno soldi. Tuttavia credo sia essenziale cercare di contenere, come faceva la riforma Fornero, la spesa per le pensioni rispetto al Pil”
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La finanziaria sopravviverà alla campagna elettorale?
“Bisogna dare atto a Padoan e Gentiloni di aver assemblato una manovra che per il 2018 comporta una riduzione del deficit e un piccolo aumento del surplus primario. Missione non scontata col fiato sul collo della campagna elettorale. L’anno prossimo, il debito pubblico si dovrebbe ridurre rispetto al Pil in modo abbastanza significativo, cioè un punto e mezzo percentuale.”
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Controindicazioni?
“Il calo del debito appeso alla fragile inflazione. Ecco perché rischia di essere una promessa tradita. Non inceppare il meccanismo di innalzamento dell’età pensionabile per non scaricare sulle generazioni future il conto di una misura che sa tanto di campagna elettorale. Più azioni strutturali e meno bonus, anche se considero i bonus come una riduzione della tassazione sul lavoro, non come un aumento di spesa.”
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Mezzo pieno o mezzo vuoto: complessivamente come vede il bicchiere italiano?
“Piuttosto che parlare di bicchieri preferisco usare l’immagine di una nave che è in corso di riparazione, anche se sta ancora navigando. Per ora la nave Italia sta navigando in acque abbastanza tranquille, i tassi di interesse sul debito pubblico sono molto bassi e, seppur con qualche sussulto ogni tanto, i mercati finanziari internazionali sono abbastanza tranquilli. E si stanno facendo riforme per riparare i danni subiti nel corso della precedente tempesta della crisi dell’area dell’euro del 2011 e rafforzare la struttura della nave in caso di nuove tempeste. Per far questo occorre approfittare della relativa calma dei mercati finanziari, perché non durerà per sempre.”
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Rispetto al contesto internazionale l’Italia è fuori o no dal tunnel della crisi?