Il corto circuito della crisi
La crisi politica si sta trasformando in una eruzione vulcanica che rischia di investire le istituzioni. L’acuirsi delle tensioni fra Lega e 5 Stelle da una parte e il Quirinale dall’altra, la campagna d’odio che dilaga sui social, i contraccolpi per il debito pubblico provocati dall’impennata dello spread, stanno mettendo a dura prova la tenuta democratica del Paese.
Il corto circuito politico ha investito anche l’iter della formazione del governo neutrale presieduto da Carlo Cottarelli. Il Premier incaricato al quale il Presidente della Repubblica Mattarella ha conferito l’incarico di formare un esecutivo di garanzia per mettere in sicurezza i conti pubblici e gestire le elezioni anticipate, è stato protagonista di una inedita toccata e fuga al Quirinale. Si è recato al Colle, si ritiene con la lista dei Ministri già pronta, ma invece dell’attesa comunicazione pubblica dei componenti del Governo, ha lasciato la Presidenza della Repubblica ed è tornato alla Camera. Il portavoce della Presidenza Giovanni Grasso ha spiegato che Cottarelli tornerà al Quirinale domattina, ma l’ulteriore colpo di scena ha accreditato l’ipotesi di un imminente possibile scioglimento del Parlamento e di probabili elezioni anticipate il 29 luglio.
E’ l’epilogo ravvicinato delle tensioni acuitesi domenica sera dopo dopo la rinuncia del Premier incaricato Giuseppe Conte a formate un governo di coalizione fra 5 Stelle e Lega, in seguito alla ratifica da parte del Presidente della Repubblica della nomina a Ministro dell’Economia del prof. Paolo Savona, considerato un teorico dell’uscita dall’Euro e dall’Europa.
All’insorgere di Lega e Movimento Cinque Stelle contro la bocciatura di Savona e il conferimento dell’incarico a Cottarelli di formare un governo tecnico si sono aggiunti in rapida successione la decisione di Forza Italia e Fratelli d’Italia di non votare la fiducia al nuovo esecutivo e del Pd di astenersi. Inoltre sulla situazione italiana già di per se incandescente si è abbattuta anche una sprezzante dichiarazione del Commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger, tedesco secondo il quale “i mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto” . Una ulteriore dimostrazione della scarsa considerazione, oltre che del cinismo, con cui Bruxelles tratta l’Italia che ha provocato una valanga di proteste e soltanto una insignificante parziale rettifica della Commissione esecutiva europea.
Tra voci e e molte smentite di una possibile rinuncia anche di Cottarelli e di scioglimento immediato delle Camere, l’impressione è che l’infinita ulteriore giornata di crisi politica si protrarrà per tutta la notte. Una ennesima lunga notte della Repubblica.