Il vulcano del Credito cooperativo
Che succede nell’epicentro del vulcano del credito cooperativo? Nonostante i consensi di facciata, ancora non si registra alcuna concreta risposta all’ultimatum del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che al recente Forex di Verona dell’ Associazione Operatori dei Mercati Finanziari ha sottolineato la pressante urgenza per le Banche di Credito cooperativo di ridurre i costi, recuperare redditività, varare soprattutto le attese aggregazioni e attuare nella sua interezza la riforma europea.
Scaduto l’alibi della campagna elettorale, i due punti cruciali sollecitati da BankItalia non potranno più essere procastinati. L’operazione di comprehensive assessment, che include un asset quality review (Aqr) e gli stress test, dovrà essere accompagnata dalla confluenza delle circa 280 Bcc oggi esistenti in tre poli d’aggregazione rispettivamente guidati dall’Iccrea, dalla trentina Cassa Centrale e dall’altoatesina Reiffeisen.
Per salvaguardare i risparmiatori la comprehensive assessment prevede la valutazione prudenziale della correttezza della classificazione dei prestiti tra quelli performing e non performing, cioè esigibili o meno, e l’ adeguatezza degli accantonamenti tenendo conto di una valutazione conservativa delle garanzie, nonché la valutazione della capacità delle banche di far fronte a condizioni sfavorevoli estreme.
Una messa in sicurezza dell’intero settore cooperativo più volte sollecitata, oltre che dal Governatore Visco, anche dal Segretario generale della First Cisl, Giulio Romani. “Siamo arrivati al momento verità accumulando ritardi e dispersioni, che non saranno facilmente superabili sia sul piano funzionale, sia in merito alle coperture necessarie per il deterioramento dei crediti concessi” denuncia Alessandro Spaggiari, responsabile del settore delle Bbcc nell’ambito della segretaria nazionale di First Cisl.
- Che succederà dopo l’intervento del Governatore Visco ?
Come avevamo previsto, il percorso già difficile è stato ulteriormente complicato dalle divisioni e dai campanilismi. In più, l’avvio degli AQR previsto per ottobre prossimo, che non sarà indolore, incrocia il termine della presentazione delle istanze di costituzione delle capogruppo del due maggio 2018, alle quali seguiranno le risposte della vigilanza entro 120 giorni. Il percorso è stretto, ma il monito di Visco non mi pare lasci intendere eventuali dilatazioni dei tempi.
- Condizioni per un futuro possibile del Credito Cooperativo?
Quelle che abbiamo sempre rappresentato: la capacità di agire come banche locali a vocazione mutualistica, all’interno di un modello industriale “responsabilizzante”, che ottimizzi le funzioni di sistema e gli investimenti necessari. Ogni altra strada tenderebbe o a realizzare una brutta copia delle banche ordinarie o a mantenere l’autoreferenzialità precedente: sarebbe un errore dalle conseguenze molto negative per il paese, per il credito cooperativo e per l’occupazione. La sfida non è rimanere uguali, ma cambiare per continuare a servire la propria missione. Auspicabilmente dentro una casa comune.
- Cosa prevedere in termini di ricadute?
La capacità di collaborare nei gruppi e tra gruppi, almeno su alcune questioni, farà la differenza. Vedremo i piani industriali, ma sarebbe grave se le banche competessero nello stesso mercato e se qualcuno si dimenticasse da quale storia proviene, la cui originalità di modello (associativo, imprenditoriale e distributivo) ha rappresentato per tutti la condizione per fare ciò che è stato fatto e per essere ciò che sono oggi. Nel futuro che si sta disegnando ci deve essere una risposta per tutti ed è possibile e opportuno, come abbiamo documentato nell’audizione che la FIRST/CISL e la CISL tennero alla Camera dei deputati il 29 febbraio 2016. Comprendo l’intensità d’impegno richiesta dalla creazione dei gruppi, ma non è accettabile una minore determinazione progettuale nei confronti dei livelli associativi, delle società dei servizi e più complessivamente delle realtà che sino a ieri facevano parte integrante del modello di tutti e che custodiscono competenze ed esperienze importanti. Chiediamo con determinazione, che siano individuate e rappresentate unitariamente soluzioni industriali e operative a beneficio di tutti, dimostrando così nei fatti, di essere i degni eredi di una storia comune non rinnegabile.
- Oramai tutte le categorie, compreso il Pubblico Impiego hanno rinnovato i propri contratti. Possibile che il Credito Cooperativo rappresenti l’eccezione italiana?
Allo stato si, purtroppo. Ci sono in corso importanti stagioni congressuali di molte Organizzazioni Sindacali, che mi auguro confermeranno, come abbiamo sino ad ora condiviso, la necessità di rinnovare positivamente, anche sul piano economico, il CCNL del Credito Cooperativo senza penalizzare i lavoratori che hanno già pagato il ritardo del rinnovo, la sensibile contrazione occupazionale, i tanti interventi realizzati in procedure di crisi per tutelare l’occupazione. Per altro, la tenuta sostanziale di alcuni indicatori come la raccolta diretta dimostrano il loro straordinario contributo anche in queste difficili condizioni.
MACRO RIFERIMENTI DI SISTEMA | ||
30/06/2014 | 30/09/2017 | |
NUMERO BANCHE | 381 | 300 |
NUMERO SPORTELLI | 4.460 | 4.256 |
% SPORTELLI SUL TOTALE BANCHE | 14,2% | 15,2% |
DIPENDENTI BCC | 31.539 | 29.876 (*) |
QUOTA DI MERCATO IMPIEGHI LORDI | 7,3% | 7,2% |
QUOTA DI MERCATO IMPIEGHI COMPRESE BANCHE DI SECONDO LIVELLO | 8% | 8% |
QUOTE DI MERCATO FINANZIAMENTI A IMPRESE | 9,6% | 9,8% (+) |
RACCOLTA DA CLIENTELA CON OBBLIGAZIONI | +3,2 su base annua | -0,8 su base annua (°) |
Elaborazione First/Cisl |
(*) – 3% sullo stesso periodo dell’anno precedente
(+) in diminuzione sullo stesso periodo dell’anno precedente del -3,7% contro il – 6,3% dell’intero sistema bancario
(°) – 1,5% per l’intero sistema bancario