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Finché social non ci separi… il far web dei divorzi

Cuore & Batticuore
Rubrica settimanale di posta. Storie di vita e vicende vissute

Finché social non ci separi... il far web dei divorziby Stefania Billante

Gli ultimi anni hanno registrato un’impennata di divorzi, complice anche la cosiddetta legge sul Divorzio breve (la Legge del 6 maggio 2015, n. 55), ma l’esperienza professionale mi consente di affermare che l’aumento, almeno nell’ultimo decennio, è dovuto soprattutto all’utilizzo dei social network.

La mia casistica personale è, infatti, una proiezione dell’indagine svolta su larga scala da Adico (associazione per la difesa dei consumatori), che ha accertato che, per oltre il 10% dei casi seguiti, la causa del divorzio è legata a nuove “amicizie” acquisite da uno dei due coniugi tramite Facebook.Finché social non ci separi... il far web dei divorzi

A confermarlo sono anche gli ultimi dati resi noti dall’Istat: fra il 1991 e il 2018 i matrimoni finiti sono più che quadruplicati, passando da 376mila a oltre un milione 672mila. E il boom si è registrato proprio fra coniugi della fascia d’età compresa fra i 55 e i 64 anni. Secondo un recente studio condotto da una delle più quotate piattaforme di incontri on line, lo scorso anno circa un milione e mezzo di italiani ultracinquantenni ha usato almeno una volta internet per cercare un potenziale partner, e, non solo tramite app dedicate, ma, anche, utilizzando Facebook ed Instagram per riallacciare i rapporti  con ex ed amici.

Tra  Social e  matrimoni finiti vi è quindi un legame di causa-effetto che non può più passare inosservato, tanto che l’interpretazione del «dovere di fedeltà» su cui si fondava tradizionalmente la domanda di addebito nelle cause di separazione e divorzio, ha subito con il tempo una notevole evoluzione e, a prescindere dal tradimento fisico, è andata con gli anni avvicinandosi a una nozione di fiducia, solidarietà e di rispetto della dignità dell’altro.Finché social non ci separi... il far web dei divorzi

La Corte di Cassazione, per queste ragioni,  ha equiparato il tradimento on line, ovvero il flirting attraverso internet, al tradimento reale. In pratica, quindi, chi commette il tradimento online, può subire la domanda di addebito allo stesso modo di chi ha commesso adulterio nella vita reale. La Cassazione ha infatti reso i messaggi scambiati tramite social, prove idonee a dimostrare le relazioni extraconiugali.

A prescindere dai dati tecnici occorre, però, interrogarsi sui motivi che determinano il rifugiarsi in un mondo virtuale. E’ evidente che, alla base, c’è un’innegabile crisi della coppia, la quale ha perso capacità di comunicare, e complicità. Tutte esigenze che vengono ricercate  altrove e il mezzo più semplice è, certamente, il social network.

In una società che va di fretta, improntata sul tutto e subito, anche i sentimenti prendono la scorciatoia. Il corteggiamento viene soppiantato dal flirting online e l’appuntamento dal dating online.

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Stefania Billante

Esiste, così, una comunicazione alternativa che apparentemente gratifica, per cui si assiste al proliferare di amori social, alcuni dei quali evolvono tanto da scardinare quei matrimoni che già avevano delle falle. Altri invece, pur causando dei divorzi, in realtà sono soltanto dei palliativi per colmare il vuoto che c’era nelle coppie e si rivelano a loro volta fallimentari perché non reggono al confronto con la realtà che è fatta di parole dette e non scritte, sguardi, quotidianità, contrasti, caratteri che si devono confrontare tra loro e persone, soprattutto persone, con il loro bagaglio di interiorità.Finché social non ci separi... il far web dei divorzi

maggiemusic@gmail.comL’analisi di Stefania Billante, Avvocato civilista e Presidente di una onlus per la difesa dei diritti, anticipa la prevedibile “piena” di rotture matrimoniali innescate da quarantene, convivenze e solitudini forzate del marasma sociale provocato dal coronavirus. Anche se virtuale, il far web è infatti l’unica via di fuga dalla nevrosi e dallo stress, o peggio dall’angoscia,  dell’isolamento casalingo e i  “contatti” che si attivano sono destinati a lievitare se non altro nel limbo delle emozioni individuali ed a precostituire l’orizzonte di una verifica.  Prima il web e ora il virus hanno messo il turbo alla profonda trasformazione della società e dei rapporti uomo donna. Una progressiva trasformazione che era già in atto, ma che procedeva con tempi e modi connessi alla civiltà industriale antecedente a Internet. Probabilmente è un’utopia, ma la speranza più bella è che ci si possa liberare dalla dipendenza del tempo ed entrare nel circolo delle emozioni e della coscienza.

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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