“Gli sfratti sono solo all’inizio” commentano gli ambienti parlamentari. Il lapidario addio di Giorgia Meloni al compagno Andrea Giambruno, protagonista di indecenti comportamenti “immortalati” da Striscia la notizia, evidenzia l’accumulo di stress della politica. Gli sfratti ai quali, dietro le quinte, si fa riferimento nei palazzi delle istituzioni sono quelli che riguardano Governo, leader e partiti di maggioranza e opposizione. Gli scenari sono in continua evoluzione, ma il quadro degli stress test dei protagonisti é già delineato:
Giorgia Meloni
Involontariamente il “caso Giambruno” , pur con tutti i distinguo umani e politici riguardanti la linearità della Premier, rappresenta un esempio emblematico del travaglio che le vicende familiari hanno sempre assunto per i leader storici delle destre europee. Dalle lontane vicissitudini di Ramón Serrano Súñer, il cognato del Caudillo spagnolo Francisco Franco, e di Galeazzo Ciano, il genero di Benito Mussolini, alla più recente saga di Jean Marie Le Pen e della figlia Marine, spesso le difficoltà più insidiose sono quelle provocate dalla parentela: fratelli, sorelle, cognati e dintorni.
Un destino che rischia di incombere anche per la prima donna Presidente del Consiglio, proprio nel momento della svolta decisiva della sua leadership: quella della transizione da Fratelli d’Italia, nato sulle ceneri del berlusconismo e le macerie finiane, ad un partito più di centro che di destra. Un partito europeista e atlantista. Una sorta di nuova democrazia cristiana senza i democristiani.
Svolta che presuppone l’inglobamento di quel che resta di Forza Italia, il recupero al centro di tutti i voti in libera uscita dal Pd e dall’area liberal democratica, dei cattolici e dei laici moderati. Assieme al travaso dei consensi leghisti nelle regioni meridionali. Consensi perduti dalla Lega a causa delle pesanti penalizzazioni che provocherebbe al sud l’autonomia regionale che Calderoli tenta di far approvare.
