La Babele della crisi
Babele surclassata. Il caos di una crisi politica che si aggroviglia e che si smentisce di ora in ora, è riuscito a superare anche quello che era concettualmente impensabile, cioè i limiti della storica confusione per eccellenza: la mitica torre di Babele.
Basterebbe mettere in fila le affermazioni e le smentite più recenti dei principali protagonisti che si rigirano nella maionese impazzita della politica: Di Maio, Salvini, Meloni.
Da record i voltafaccia e le dichiarazioni su tutto e il contrario di tutto del leader grillino: impeachment, scusate abbiamo esagerato; Cottarelli no, ni, si; Savona no, ma, forse… E così via per l’intera giornata.
Una ennesima giornata di convulsioni e colpi di scena. A cominciare dal colloquio al Quirinale, stile Canossa, di Luigi Di Maio che però è stato platealmente tenuto a bagnomaria da Matteo Salvini. La Lega sembra puntare decisa alle elezioni anticipate. Gli scenari praticabili restano tre:
- Governo neutrale e di garanzia di Cottarelli, che potrebbe ottenete la fiducia tecnica delle Camere e procedere al varo del bilancio e guidare il Paese alle elezioni anticipate entro i primi mesi del 2019.
- Governo politico Lega 5 Stelle presieduto dal Professore Giuseppe Conte o da Giancarlo Giorgetti ma senza Savona al Ministero dell’Economia.
- Governo tecnico senza fiducia di Cottarelli ed elezioni ravvicinate, a fine luglio o a settembre ottobre.
In Parlamento si tifa e si prega per le prime due ipotesi. L’incubo delle elezioni anticipate sta rovinando il sonno di neo deputati e senatori, ma anche dei veterani soprattutto del Pd e di Forza Italia, sfuggiti finora alla bocciatura elettorale.
L’unico sospiro di sollievo viene dalla tregua dei mercati e dal lieve ribasso dello spread. Ci si chiede se la notte porterà consiglio o prepara un’altra giornata di marasma. Ma complessivamente quando passerà la nuttata?