Dall’arruolamento nel Kgb, ai retroscena della fine dell’Unione Sovietica, alla Presidenza della Russia: tutto Putin raccontato da Vladimir Putin in prima persona in una inedita biografia scritta in presa diretta da Gennaro Sangiuliano, Vice Direttore del Tg1. Il clamoroso scoop editoriale di Sangiuliano, edito da Mondadori in italiano, russo e inglese, comparirà a novembre nelle librerie col titolo: “Putin. Vita di uno Zar”.
Autore di numerosi saggi e biografie di successo Gennaro Sangiuliano ha recentemente pubblicato “Quarto Reich”, scritto con Vittorio Feltri, la biografia di Giuseppe Prezzolini e “Scacco allo zar : 1908-1910. Lenin a Capri, genesi della rivoluzione”
Sono stati ripercorsi gli anni della giovinezza a Leningrado, l’inizio della carriera nella polizia segreta sovietica, il trasferimento con la famiglia a Dresda, gli esordi in politica grazie al Sindaco di Leningrado Anatoly Sobchak, le nomine a Premier nel 1999 e a Presidente nel 2000. Il terzo mandato presidenziale iniziato nel 2012 , i rapporti con Silvio Berlusconi e i recenti sviluppi politici internazionali .
Putin gioca con l’amatissimo labrador Koni
Molti i particolari poco conosciuti del Putin privato. L’umile infanzia in una kommunalka, il nonno paterno cuoco in una dacia di Stalin, il padre sommergibilista, la madre operaia. Disoccupato dopo il rientro in patria dalla Germania il futuro leader russo stava per acquistare un’auto per fare il tassista, ma il casuale incontro col suo ex professore universitario Sobchak impresse una svolta al destino. Prima del debutto in politica, in quella che ancora si chiamava Leningrado, Putin racconta di avere trascorso una vacanza in camper in Italia, con tappe a Milano, Firenze, Roma, Napoli e in Sicilia.
Del tutto inedite anche le valutazioni delle cause dell’implosione del regime sovietico, che Putin attribuisce alla totale inadeguatezza dei piani quinquennali del sistema comunista rispetto all’economia di mercato, e la minuziosa ricostruzione della riacquisizione dell’immenso patrimonio energetico e minerario della Russia, caduto in mano di oligarchi sfruttatori, perché Michail Gorbaciov e Boris Yeltsin ne avevano polverizzato la proprietà suddividendo all’infinito le azioni e spedendole per posta a tutti i cittadini della Russia del dopo Urss.