A Palazzo dei Marescialli non c’è quiete neanche dopo la tempesta di polemiche, prese di posizione, precisazioni e smentite, seguite alle affermazioni del Vice Presidente del Csm Fabio Pinelli che ha puntato il dito sul marasma del caso Palamara della precedente consiliatura.
“Riferendomi alla scorsa consiliatura – ha precisato successivamente Pinelli – ho dato atto delle difficoltà da cui é stata travagliata, provocate da tentativi di interferenze esterne nel funzionamento dell’organo, che hanno condotto alle dimissioni di cinque consiglieri in carica. Tali traumatiche vicende hanno indotto alcuni commentatori addirittura ad ipotizzare lo scioglimento del Consiglio, ipotesi che ho ricordato ma mai condiviso né fatto mia.”
Una precisazione che nel the day after, invece di calmare le acque le ha ulteriormente agitate. Paradossalmente il vice Presidente del Csm é riuscito a mettere tutti d’accordo, ma contro di lui.
La critica più significativa, perché proveniente dalla maggioranza relativa dei consiglieri togati che lo hanno eletto, giunge da sei dei sette esponenti di Magistratura Indipendente che preso atto non senza imbarazzo “delle opportune precisazioni e puntualizzazioni che sono seguite da parte dello stesso vicepresidente” rimarcano come “sulle questioni istituzionali occorra equilibrio e ponderazione, nei toni come nei contenuti”.
Nella nota dei Consiglieri di Mi, firmata da Paola D’Ovidio, Edoardo Cilenti, Maria Vittoria Marchianò, Maria Luisa Mazzola, Bernadette Nicotra ed Eligio Paolini viene sottolinato come ”il prestigio e la centralità dell’organo di governo autonomo della magistratura si difendono dimostrando, nelle scelte concrete, che l’unico criterio guida é l’interesse delle istituzioni e della giurisdizione. A questo principio – aggiungono i Consiglieri di Mi – é informata la nostra attività quotidiana ed è così che intendiamo tutelare l’istituzione consiliare, nella consapevolezza della enorme responsabilità che grava su ciascuno di noi nonché nella doverosa distanza da posizioni facilmente strumentalizzabili per fini diversi da quelli strettamente istituzionali. Vogliamo infine esprimere – concludono i togati di Mi – il massimo rispetto e apprezzamento per il lavoro svolto in condizioni difficili da chi ci ha preceduto nel governo autonomo della magistratura”.
Alla tirata d’orecchie dei consiglieri in carica di Magistratura Indipendente é seguita quella più piccata dei Consiglieri uscenti di Mi, tutti protagonisti di primo piano del Csm messo all’indice da Pinelli.
“Ci spiace che l’attuale vicepresidente continui a ricordare solo i momenti difficili della scorsa consiliatura, senza dare atto né del lavoro svolto, né del suo contributo per la tenuta dell’Istituzione” dichiarano la neo eletta Presidente di Mi Loredana Micciché, Antonio D’Amato, Paola Maria Braggion e Maria Tiziana Balduini, che tra il 2018 e il 2022, sono stati togati al Csm. “La scorsa consiliatura – aggiungono -ha lavorato moltissimo, ha introdotto prassi virtuose, a partire dalla trattazione delle nomine in ordine cronologico, ha gestito l’emergenza pandemica negli uffici, ha subito ed ha resistito ai tentativi di condizionamento della politica. Sono stati realizzati importanti interventi in materia ordinamentale riguardati le circolari sull’organizzazione degli uffici giudicanti e requirenti, sulla conferma dei dirigenti, sulla mobilità e sulle assenze dei magistrati.”
La doppia presa di posizione degli attuali e dei precedenti togati di Magistratura Indipendente, evidenzia la delicata sovraesposizione della componente moderata all’interno dell’Associazione Nazionale Magistrati a causa delle affermazioni di Pinelli.
Alle firme della nota di Mi manca infatti quella del Consigliere Dario Scaletta che ha scelto di firmare il comunicato molto più critico della maggioranza dei consiglieri togati del Plenum facenti capo ad Area, Unicost e Md.
“Non sappiamo – affermano Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Marco Bisogni, Maurizio Carbone, Genantonio Chiarelli, Antonello Cosentino, Roberto D’Auria, Roberto Fontana, Michele Forziati, Antonino Laganà, Domenica Miele, Tullio Morelli e Dario Scaletta – su quali basi fattuali e giuridiche il vice presidente fondi le sue discutibili affermazioni. È certo che noi non le condividiamo minimamente, né in relazione alla lettura del ruolo costituzionale del Csm che esse sottendono, né in relazione al giudizio sull’operato dello scorso Consiglio, che ha dovuto affrontare gravi e delicate vicende mantenendosi sempre nei limiti delle proprie prerogative”. Il comunicato non é stato firmato invece dal togato indipendente Andrea Mirenda e dai Consiglieri laici.
