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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Antonino Cangemi
Vi sono libri spiccatamente originali non solo nel contenuto, ma anche nella loro struttura ribelle agli schemi convenzionali e pertanto difficili, se non impossibile, catalogare. E’ il caso di Eschilo, l’enigma dell’aquila assassina di Salvatore Parlagreco, edito da Kronomedia. 
Parlagreco, a distanza di 25 secoli dall’accaduto, riapre il caso archiviato nella nebbia della storia e della mitologia della morte di Eschilo, avvenuta nel 456 a.C. in quel di Gela, dove si era trasferito tre anni prima pare su invito del tiranno siracusano Gelone per il quale aveva composto le Etnee.
Parlagreco, giornalista di lungo corso e autore di diversi saggi e del romanzo L’uomo di vetro ispirato dalla storia del primo pentito di mafia Leonardo Vitale, nelle 171 pagine di Eschilo, l’enigma dell’aquila assassina indaga sulla scomparsa dell’uomo che ha inventato la tragedia. La sua è stata una morte naturale? Oppure un omicidio? E, se omicidio, con quale movente? Chi e perché avrebbe tratto vantaggio dalla sua morte? Cosa si cela dietro la leggenda dell’aquila che fa cadere una tartaruga sul suo capo calvo scambiato per una pietra? A che cosa alludono le simbologie mitologiche?
Poco, assai poco, inoltre, sappiamo di Eschilo. Era un uomo mite e risevato, come ce lo descrivono le poche fonti da cui attingere notizie, acclamato e benvoluto da tutti, sia dagli atenesi che dai gelesi od ombroso e ambiguo?
Bisogna leggere il libro per scoprirlo. E ne vale veramente la pena perché la scrittura di Parlagreco, scorrevole ed elegante nella sua sobrietà, è avvincente e i temi che s’intrecciano per risolvere l’enigma (“Per una curiosa ironia del destino, il poeta tragico, esploratore di enigmi, si fa enigma”, scrive l’autore) sono tanti e profondi.

Un punto è centrale nel cold case di cui si occupa Parlagreco: “Fra le cinque rivoluzioni laiche che hanno cambiato la storia dell’umanità, accanto a Copernico, Darwin, Freud e Turino, c’è Eschilo, padre del primo medium universale, il teatro greco, che porta di scena l’io ignorato e gli dèi comprimari dell’uomo”, come scrive l’autore nel prologo. Il teatro apriva nuove frontiere comunicative, conquistava considerevoli platee nelle quali gli orizzonti conoscitivi e le potenzialità di lettura del mondo circostante s’ampliavano oltre misura. Ciò poteva passare inosservato? La fantasia dei poeti quante volte rischia l’insubordinazione, la violazione delle regole del potere? Che messaggi cogliere, ad esempio, nella ribellione di Prometeo e nel senso di giustizia che anima le tragedie di Eschilo?
Un libro originalissimo si diceva in apertura, Eschilo, l’enigma dell’aquila assassina, che si muove tra la fiction e la saggistica storico- filosofica con incursioni letterarie, avvincente come un romanzo e documentato quanto un testo scientifico senza essere né l’uno né l’altro. Un rompicapo classificarlo come saggio o romanzo (giallo, storico?), un gustoso nutrimento intellettuale leggerlo.