PAGINE
Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Antonino Cangemi
Fenomenologia socio editoriale di un Premio Strega nel segno della letteratura femminile. A far nascere il Premio, nel lontano 1947, fu Maria Bellonci, con la collaborazione di Guido Alberti della famiglia produttrice del liquore che gli diede il nome, Strega. Ma la Bellonci, allora, non avrebbe mai potuto immaginare che 76 anni dopo nella cinquina finalista vi sarebbero state quattro donne e un solo uomo.
Già, é la “donnacrazia” la novità più evidente del principale premio letterario italiano, insieme alla nuova sezione per la poesia e a un maggiore rilievo delle case editrici indipendenti.

A spuntarla, fra l’altro – stando al numero di preferenze al momento registrate – sarà una donna e non l’unico superstite rappresentate maschile, Andrea Canobbio che, nella cinquina, con 175 voti per il romanzo La traversata notturna (Mondadori) è solo quarto. Per il podio più alto si profila un duello tutto rosa tra Rossella Postorino con Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli), 217 voti, e la scomparsa Ada d’Adamo, già vincitrice del Premio Strega Giovani, 199 voti, col toccante Come d’aria (Elliot).
Ma attenzione all’outsider Maria Grazia Calandrone – poetessa prima che narratrice – che con Dove non mi hai portata (Einaudi) ha collezionato 183 preferenze.
L’ultima donna in gara è Romana Petri, perora al quinto posto con 167 voti col romanzo Rubare la notte (Mondadori), biografia romanzata di Antoine de Saint- Exupéry, l’autore del Piccolo Principe.
Se si considerano che Lo Strega Giovani, come detto, è stato assegnato a una donna e la schiacciante superiorità delle scrittrici nella cinquina dei finalisti, s’impongono alcune riflessioni.
Nella cultura, e in quella letteraria in particolare, si delinea un’egemonia di genere: le donne stanno per soppiantare gli uomini – ammesso che ciò non sia già avvenuto – azzerando il monopolio di un tempo.
Non è solo lo Strega a segnalarcelo, ma anche altro. Innanzitutto le statistiche relative ai lettori distinti per genere, che registrano da tempo dati clamorosi: le donne superano gli uomini in misura schiacciante. E se a leggere sono soprattutto le donne, si accentuano giocoforza le preferenze per i libri di scrittrici e i maschietti potranno resistere alle leggi del mercato editoriale se, in quello che scrivono, dedicheranno più attenzione al mondo femminile. Anche nel campo editoriale le donne cominciano ad affermarsi sempre di più. Intendiamoci, i titolari delle imprese continuano a essere in buona maggioranza uomini, ma le donne giorno dopo giorno occupano posti di primo piano: si pensi a Elisabetta Sgarbi nella Nave di Teseo (e prima in Bompiani) o a Vicki Satlow, titolare di una delle più collaudate agenzie letterarie.
Se poi si dà uno sguardo a chi si occupa di editing nelle case editrici, ci si accorge che quasi sempre a farlo – e a farlo bene, il che non è facile – sono le donne.
Quanto ai temi trattati nei romanzi finalisti dello Strega, prevalgono le storie autobiografiche con accenti emotivi marcati. Anche in ciò il segno di una istintiva scrittura femminile che prevale su quella maschile, più controllata e cerebrale?
Facebook Comments

Saggista e critico letterario