Sempre più circoscritto nel perimetro dei numeri, alla ricerca del traguardo il pulmino della crisi, con al volante il Presidente della Camera Roberto Fico, affronta la curva della svolta del Quirinale.

L’equivalenza delle spinte e delle controspinte per la formazione di un governo o per lo scioglimento delle Camere, ha determinato la scelta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di conferire l’incarico a Fico per un definitivo confronto flash fra leader e partiti nell’estremo tentativo di ricomporre la frattura all’interno della instabile maggioranza uscente.

Oltre al ruolo di Presidente della Camera, Roberto Fico è uno dei leader più apprezzati all’interno del magmatico Movimento 5 Stelle e rappresenterebbe una soluzione stabile per la Premiership, in grado di galvanizzare e ricompattare i grillini.

A monte della genesi della scelta di Fico, Centrodestra e Movimento 5 Stelle hanno completato al Quirinale il quadro della situazione già delineatosi con le consultazioni di Renzi e Pd.
Per non lasciare spazio ai partiti di una maggioranza frammentata, Salvini, Meloni e Tajani hanno virato sulle elezioni anticipate ed espresso al Presidente della Repubblica la preoccupazione per l’ulteriore recrudescenza dell’emergenza sanitaria, economica e sociale in cui versa l’Italia, situazione che – hanno sostenuto- “é stata aggravata da un governo incapace e nato da un accordo di palazzo”.

Trincerati su Conte, ma disponibili nell’interesse del Paese alle soluzioni della crisi che il Capo dello Stato individuerà, i 5 Stelle non hanno posto preclusioni al rientro dei renziani in maggioranza, ma si sono detti contemporaneamente indisponibili a subire veti e preclusioni. E si attendono – ha affermato il reggente del Movimento, Vito Crimi – un nuovo corale slancio maggioritario per un governo che affronti le emergenze.
Il baricentro della crisi continua dunque a oscillare attorno al deficit di fiducia che al Senato l’esecutivo uscente e il Premier dimmissionario, Giuseppe Conte, non sono riusciti a compensare.


