Svolta in progress del crescente ruolo internazionale dell’Italia e del rilancio dell’alleanza con gli Stati Uniti.
Al positivo bilancio della visita di Draghi in Libia, che ha ripristinato la leadership dell’Italia in Nord Africa, si aggiungerà il rilevante successo politico, prima ancora che diplomatico, della visita ufficiale del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Washington per incontrare il Segretario di Stato Antony Blinken.

La missione americana del titolare della Farnesina, il primo fra i colleghi europei ad essere ricevuto dalla nuova amministrazione Usa, anticipa l’incontro alla Casa Bianca fra il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il Premier Mario Draghi, che Palazzo Chigi sta mettendo a punto, non appena le vaccinazioni lo consentiranno. Un vertice che sancirà il ruolo di baricentro dell’Italia di Mattarella e Draghi in Europa, nella Nato e nel Mediterraneo.

Aggrovigliata attorno alla tenuta della situazione sanitaria e alle pesanti conseguenze economiche e sociali determinate dalla pandemia, la politica nazionale é intanto proiettata all’approvazione del recovery plan, e non solo.
All’orizzonte si intravede una sorta di nuova Costituente per imprimere l’essenziale accelerazione all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa. Come? Innovando leggi, norme, codici e modelli istituzionali per consentire, senza modificare la Costituzione, di semplificare le procedure sul modello Genova, che ha reso possibile la costruzione del nuovo ponte in soli 10 mesi. Le priorità e le sei missioni del piano, illustrate dal Premier ( priorità: giovani, parità di genere e Sud; missioni: digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione e ricerca, inclusione e coesione e salute) si inseriscono infatti in uno scenario istituzionalmente rivoluzionario.
Oltre a sottolineare i tempi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha soprattutto delineato i modi: “ Siamo nei tempi, entro il 30 aprile consegneremo il piano a Bruxelles . Ma ora bisogna cambiare tutto per rispettare i tempi di attuazione, superando gli ostacoli a livello politico, istituzionale, amministrativo, contabile e anche giudiziario Su queste aree bisogna correre”- ha specificato il Premier.
Confermata l’impostazione di un Piano volto a rafforzare l’attuale modello economico-sociale inglobando in esso anche la questione ambientale e prefigurando una nuova fase di economia digitale e verde, una digitalizzazione ancorata all’interesse nazionale e tenuta lontana con l’uso del golden power dalle ingerenze cinesi e russe, resta quindi da definire in Parlamento la modifica di leggi, normative procedure e del codice degli appalti per il necessario sprint operativo di un recovery plan, altrimenti destinato a non partire neanche.
Il panorama parlamentare appare tuttavia frastagliato e ancora incerto lungo le varie latitudini del Movimento 5 Stelle e del centrodestra.

Alla ricerca della piattaforma web perduta, i gruppi parlamentari grillini si confrontano con il leader designato Giuseppe Conte. La fuoriuscita dal network Rousseau, gestito da Davide Casaleggio, sta provocando difficoltà economiche, per la pretesa del pagamento degli arretrati, ma anche organizzative e rappresentative. In particolare per quanto riguarda la gestione dei simboli, che potrebbero essere elettoralmente utilizzati dai parlamentari usciti dal Movimento e drenare voti e eletti.

Acque agitate anche nel centrodestra, e non soltanto per il rifiuto della Lega di cedere a Fratelli d’Italia, come prevederebbe la legge, la presidenza del Copasir, il comitato interparlamentare per l’intelligence. Un organismo ancor più strategico e cruciale mentre infuria la guerra di spie con Russia e Cina, che assediano tutti gli snodi strategici e produttivi dell’Italia. Quello del Copasir è soltanto uno dei fronti che vedono in salita le sinergie politiche di Matteo Salvini. Gli altri fronti riguardano l’alleanza populista antieuropea con Viktor Orbán, primo ministro ungherese e Mateusz Morawiecki, primo ministro della Polonia, e soprattutto la latente, ma crescente, differenziazione fra l’ala governista della Lega, rappresentata dai Ministri dello Sviluppo e del Turisno Giorgetti e Garavaglia e dal Presidente della Regione Veneto, Zaia, cioè dal nord produttivo serbatoio di voti leghisti, e l’ala movimentista anti-lockdown animata dallo stesso Salvini.

Ridimensionata in parte, dopo gli incontri con Draghi e il segretario del Pd Enrico Letta, la tattica “di lotta e di governo”, Matteo Salvini si sta concentrando sul cospicuo dossier delle nomine dei vertici delle società partecipate tra le quali spiccano Cassa Depositi e Prestiti, Ferrovie dello Stato, Eni, Terna, Anas, Poste, Snam, Fincantieri e Rai in scadenza nei prossimi mesi.
Nomine che hanno già messo in fibrillazione l’arcipelago interno del Pd. La variante del Nazareno per affrontare il dossier delle nomine riguarderebbe anche la trattativa avviata con i 5 Stelle per designare i candidati unici di coalizione alle elezioni autunnali per i sindaci e le amministrazioni di Roma, Milano, Napoli,Torino e Bologna ed altri grandi capoluoghi.
Basterà l’alchimia politica fra candidature e sottogoverno per superare l’impasse per il Campidoglio sulla sindaca uscente Virginia Raggi, che rischia di determinare un effetto domino? Enrico Letta spera di si, Carlo Calenda teme di no.

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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1