Come anticipato da zerozeronews all’inizio di novembre, i fratelli Marco e Rodolfo De Benedetti hanno deciso di cedere la Gedi a John Elkann, Presidente di Fiat Chrysler Automobiles e Presidente designato del maxi gruppo automobilistico che sta per nascere dalla fusione di Fca e Peugeot.
Lo conferma la convocazione per il 2 dicembre del cda della Cir la holding della famiglia De Benedetti che controlla la Gedi, la società editrice dei quotidiani La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, e che ha nel portafoglio altre 13 testate locali, il settimanale l’Espresso e vari periodici. Fanno parte del Gruppo anche 3 emittenti radiofoniche nazionali (Radio Deejay, Radio Capital, Radio m2o). La Gedi opera inoltre nel settore internet e, attraverso la concessionaria Manzoni, raccoglie la pubblicità per le proprie testate ed editori terzi. 
Ripubblichiamo l’articolo che anticipava i retroscena della notizia diffusa nelle ultime ore da vari siti on line e quotidiani:
Elkann pronto a rilevare Gedi Repubblica ed Espresso
Ci sarebbe anche il sogno irrealizzato dell’Avvocato, al di là dell’impellenza strategica di superare l’incerto orizzonte dell’industria automobilistica, dietro la decisione di John Elkann di procedere alla fusione fra Fca e Peugeot.
Il sogno di Gianni Agnelli di uscire dall’industria dell’auto alle migliori condizioni e, oltre che nella finanza internazionale, tuffarsi a pieno titolo nell’editoria giornalistica.
Un mondo che per l’innata curiosità che lo contraddistingueva sopra ogni cosa per tutto e per tutti, l’ha sempre affascinato e coinvolto in prima persona anche se dietro le quinte.
Con arguzia e diplomazia, facendo leva sul controllo delle finanze dei quotidiani e sulla moral suasion, ed evitando attriti con Direttori, editorialisti e firme di punta, per decenni l’Avvocato avrebbe svolto infatti una sorta di ruolo soft di condirettore ombra non soltanto della Stampa, ma anche del Corriere della Sera e in misura molto minore, per l’onnipresenza di Eugenio Scalfari, anche alla Repubblica del cognato Principe Carlo Caracciolo.
Erede designato da Gianni Agnelli e continuatore della dinasty, John Elkann si trova ora nelle condizioni di concretizzare quegli scenari da editore illuminato, come Joseph Pulitzer, William Randolph Hearst, il direttore editore del Washington Post, Philip Graham, e gli italiani Giulio Einaudi ed Arnoldo Mondadori, dei quali gli avrà certamente parlato in nonno.
Scenari che ora il neo Presidente della quarta multinazionale dell’auto è in grado finanziariamente di realizzare, investendo una parte dei miliardi di euro incassati con la maxi fusione Fca Peugeot.
Il contesto è quello dell’eventuale acquisizione della maggioranza del Gruppo Gedi, del quale Elkan e la famiglia Agnelli, attraverso la Exor, che detiene il 5%, e Fca con l’11% , sono diventati azionisti in seguito alla fusione nel 2017 tra il gruppo Espresso–Repubblica, la Stampa di Torino e il Secolo XIX di Genova.
Dopo la clamorosa rottura familiare fra l’ingegnere Carlo De Benedetti e i figli Marco e Rodolfo che guidano la Cir, la holding di famiglia da cui dipende Gedi, l’ipotesi della vendita del gruppo editoriale, più volte ventilata, si arricchisce di una prospettiva concreta.
Una prospettiva, quella di John Elkan, che presenta un duplice aspetto positivo: si tratta di un imprenditore italiano che ha una collaudata esperienza editoriale con Stampa, Corriere della Sera e The Economist e che sarebbe il più omogeneo per la continuità della gestione di un gruppo editoriale che vanta una notevole valenza culturale e politica nazionale.
Anche se sempre smentite, fino adesso, si sono comunque alternate voci di vendita all’imprenditore ceco Daniel Kretinsky, azionista di rilevo di Le Monde, o alla cordata formata dal fondo Peninsula e da Luca Montezemolo e Flavio Cattaneo, che hanno capitalizzato la cessione della linea privata dei treni ad alta velocità, Italo, agli americani, oppure ancora al gruppo francese che fa capo a Vincent Bollorè.
Tutte ipotesi molto sgradite al fondatore della Cir, Carlo De Benedetti, che secondo le interpretazioni più accreditate, con la plateale rottura con i figli avrebbe fatto fallire l’ operazione.
In attesa di un acquirente con solida esperienza editoriale e soprattutto con i soldi veri…..