Si scrive guerra, ma è molto più di una guerra. E’ violenza di massa e fiumi di sangue, morte e distruzione di un’intera nazione, l’Ucraina e purtoppo in una prospettiva progressiva anche dell’Europa. Come fermare Vladimir Putin che sta ossessivamente trascinando la Russia in un conflitto che minaccia di deflagrare incontrollabile ?
Probabilmente solo Papa Francesco, se si recasse immediatamente a Kiev, potrebbe se non arrestare del tutto la tragedia della guerra, quanto meno ridimensionarla fino a circoscriverla. E sarebbe comunque un miracolo.
Utopia? Illusione ? Sicuramente, ma il diaframma fra la coesistenza pacifica e la fine del mondo provocata da una guerra mondiale non è stato mai cosi tanto esile che ormai soltanto una svolta inimmaginabile e inattesa potrebbe salvaguardare la pace.
E l’esperienza interventista e rifondatrice del pontificato di Jeorge Mario Bergoglio lasciano sperare in un gesto tanto clamoroso quanto probabilmente efficace e concreto per tutto il mondo, per i credenti e gli uomini di buona volontà. Sull’esempio non soltanto di Papa Giovanni XXIII, che riuscì ad interrompere in estremis l’escalation della crisi dei missili a Cuba, ma anche di Gregorio Magno, il Papa che fermò Attila…
Le conseguenze della decisione di Putin di invadere l’Ucraina è talmente abnorme e traumatica che mette la Nato, l’Europa e gli Stati Uniti con le spalle al muro, spingendoli verso una esponenziale ricorsa bellica. Tutti i leader mondiali, da Biden a Macron, da Draghi a Johnson da Sholz ad Ursula von Der Leyen hanno definito “non provocato e ingiustificato” l’attacco russo all’Ucraina e promesso che la Russia “dovrà rendere conto” davanti al mondo. Ma intanto l’Ucraina sta letteralmente morendo e il pianeta sta vivendo uno dei momenti più bui.
Papa Francesco, pensaci tu gli appelli, i digiuni e le preghiere non sono sufficienti, occorre interpretare sul serio Gesù Cristo !