“Vendete la mucca, comprate la pecora, ma non privatevi mai del cavallo” dice un antico proverbio Irlandese.
E non offendetevi se vi dicono che avete un sorriso da cavallo perché potrebbe essere scientificamente provabile. Per le espressioni facciali esseri umani e cavalli, infatti, si somigliano. A rivelarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Plos one, condotta da un team dell’università britannica del Sussex, in collaborazione con ricercatori delle università di Portsmouth nel Regno Unito e Duquesne di Pittsburgh negli Stati Uniti.
In relazione alle situazioni le espressioni facciali dei cavalli vengono modificate attraverso l’utilizzo dei muscoli sotto le narici, le labbra e gli occhi allo stesso modo in cui lo fanno gli esseri umani. Lo studio, dunque, suggerisce collegamenti evolutivi tra diverse specie nel modo in cui il volto è utilizzato per comunicare.
Sviluppando l’Equine Facial Action Coding System (Equifacs), un sistema di decodificazione dei movimenti della mimica facciale dei cavalli , i ricercatori hanno identificato 17 movimenti facciali diversi, contro i 27 degli esseri umani, i 13 degli scimpanzé e i 16 nei cani. Sorprendente in particolare il ricco repertorio di complessi movimenti facciali equini simili a quelli degli esseri umani. Nonostante le differenze fisiche tra il volto umano e il muso del cavallo, sono state identificate alcune espressioni simili nei movimenti di labbra e occhio, che si presume siano collegate a stati emotivi.
“Chiedimi di mostrarti una poesia in movimento, e ti mostrerò un cavallo” sosteneva non a caso il poeta e drammaturgo britannico Ben Jonson.
I cavalli sono animali prevalentemente visivi, hanno una vista migliore di cani e gatti, eppure la loro mimica facciale è da sempre trascurata. Attraverso lo sviluppo di Equifacs è invece evidente che i cavalli, con le loro attitudini sociali, hanno anche una vasta gamma di movimenti facciali e condividono molti di questi con gli esseri umani e altri animali.
Fra i pochi esperti averlo intuito spicca la sociologa americana Marya Mennes, secondo la quale “le persone a cavallo hanno un aspetto migliore di quello che sono. Mentre le persone in auto sembrano peggiori di quello che sono”