Capovolgimento di fronte. L’Ucraina é pronta a passare all’attacco contro l’armata russa d’invasione. “Se l’Occidente mobiliterà le sue risorse contro il Cremlino Putin perderà la guerra”: sostengono gli analisti dell’Isw, il think tank per lo studio della guerra con sede a Washington.
Gli esperti dell’Isw sottolineano da una parte che Putin, durante la sua visita in Corea del Nord e Vietnam, ha attuato una strategia d’informazione per ostacolare gli sforzi dei paesi che sostengono Kiev, e dall’altra che a metà giugno gli alleati dell’Ucraina hanno compiuto diverse mosse cruciali per sviluppare una strategia comune e delineare l’esito del conflitto.
In particolare, in occasione della conferenza per la pace che si è svolta in Svizzera, oltre 80 esponenti occidentali e internazionali hanno assunto una posizione ferma a sostegno della sovranità e dell’integrità territoriale del paese invaso dalla Russia come fondamento per una pace duratura.
La strategia di Putin, evidenzia l’analisi dell’Isw, é finalizzata a confondere le idee a Stati Uniti, Nato, Unione Europea e agli altri alleati internazionali dell’Ucraina in modo da portarli a ritirare il loro sostegno a Zelensky.
Per minare la visione strategica coesa della comunità internazionale, ad esempio, Putin ha più volte minacciato di utilizzare armi nucleari. Ma oltre ad essere un bluff – mettono in evidenza gli analisti dell’Institute for the Study of War – é in realtà un ricorrente tentativo di ricatto nucleare volto a scoraggiare gli alleati occidentali dall’impegnarsi pienamente a sostenere l’Ucraina. Un’effettiva escalation nucleare, affermano gli esperti, é infatti altamente improbabile e per la Russia controproducente.
Alla propensione di Putin a dividere gli avversari é attribuita l’improvvisa mezza apertura del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, secondo il quale “Mosca é pronta a dialogare con Washington, ma é interessata solo a un dialogo che sia globale e che comprenda anche i temi della partecipazione degli Usa nel conflitto ucraino”.
Per Peskov “le questioni da trattare si stanno accumulando e ci sono molti problemi legati all’architettura della sicurezza globale”. Come dire sediamoci attorno ad un tavolo e vediamo la situazione nel suo complesso.

Per il momento l’unico segnale da parte di Washington é l’annuncio dell’accelerazione degli invii all’Ucraina, invece che ad altri paesi che li avevano ordinati da tempo, degli ultimi missili Patriot usciti dalla linea di produzione. Una analoga priorità che sarà riservata anche alle forniture di Nasam, un altro tipo di missili per la difesa aerea.
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha annunciato che l’Ucraina potrebbe anche utilizzare sistemi di difesa aerea per colpire i cacciabombardieri pronti ad attaccare già nello spazio aereo russo.
“Kiev può utilizzare le armi fornite dagli Stati Uniti per colpire le forze russe che stanno sparando contro le proprie truppe ovunque oltre il confine con la Russia e non solo nel territorio russo vicino al confine di Kharkiv” ha affermato il Pentagono. “È legittima difesa e quindi é opportuno che siano in grado di farlo”, ha ribadito il portavoce del Pentagono, Generale Pat Ryder.
Intanto, per la serie chi di cyber war ferisce di hacker perisce, da qualche giorno i cittadini russi hanno problemi con i pagamenti presso le loro principali banche, prese di mira da attacchi informatici al sistema DDoS, Distributed Denial of Service. Notizia confermata dal quotidiano russo Kommersant che aggiunge anche che sono state colpite l’app di messaggistica Telegram e le principali reti di telefonia mobile. L’attacco é stato rivendicato dal gruppo Army of Ukraine, un’associazione di hacker volontari.
Che il vento sia cambiato lo attesta l’ultimo raid offensivo dei droni ucraini che hanno colpito in territorio russo le raffinerie di petrolio Afip, Ilya, Krasnodar e Astrakhan e le stazioni radar e i centri di intelligence elettronica nella regione di Bryansk e in Crimea.
