Cento anni di credito, di sostegno allo sviluppo economico del Paese e dei risparmiatori, un secolo di Associazione bancaria italiana.
“In questo secolo l’Abi é stata specchio e stimolo dei cambiamenti delle banche dopo la dittatura corporativa, con la guerra di Liberazione e il lungo dopoguerra, le liberalizzazioni e privatizzazioni e la trasformazione delle banche in imprese, la nascita dell’Unione bancaria europea” ha sottolineato il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli all’assemblea annuale dell’associazione che celebra il secolo di vita.

“Nel 1918, quando erano ancora incerte le sorti della prima guerra mondiale, il Ministro del Tesoro Nitti promosse un accordo interbancario per sostenere lo sforzo dell’Italia e propose la “costituzione di un’Associazione fra banche e banchieri” afferma Patuelli, ricordando come nel 1919 Luigi Einaudi ne valutò positivamente la nascita.
“L’Abi ha vissuto intensamente la vita economica, subendo come tutto l’associazionismo libero le imposizioni della dittatura del fascismo e la trasformazione forzosa in Confederazione generale bancaria fascista, comprendente anche le assicurazioni, fino al 1944 quando il banchiere Pizzoni presiedette il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e, a Roma liberata, venne rifondata la libera Associazione Bancaria Italiana che già nei primi anni vide protagonisti come Siglienti, Mattioli, Vanoni, Carli, Dell’Amore, Malagodi e Visentini.
Particolarmente dettagliata l’analisi della situazione economica dell’Europa, dell’Italia e del sistema bancario delineata dal Presidente dell’Abi. Ecco in sintesi i punti essenziali enunciati da Antonio Patuelli:
- Non ci si rassegni a bassa crescita. Debito palla al piede dello sviluppo
- Lo spread impoverisce gli italiani, va azzerato
- L’Italia deve operare più efficacemente anche contro l’evasione fiscale e perché lo spread torni vicino allo zero come nel primo decennio dell’Euro
- In Europa è necessario un più solido clima di fiducia non più minato da regole inapplicabili come il bail in, come ha affermato anche la Banca d’Italia
- Per le crisi bancarie in Ue é necessario che l’Antitrust europeo divenga un’Autorità indipendente, non inserita in un organismo politico com’é la Commissione, e che venga meglio definito il concetto di “aiuto di Stato”, riconoscendo nuovi ruoli ai sistemi di garanzia dei depositi.
- Le ‘fughe all’indietro’ come la Brexit non portano maggior benessere, ma confusione e incertezze: nessuno può vincere da solo in un mondo globalizzato
- L’Unione Europea è un condominio privo della regola fondamentale, la Costituzione: deve essere ripensata e riformata profondamente
Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco (foto Ansa.it)
Analisi e prospettive quelle illustrate da Patuelli, condivise ed ulteriormente delineate all’assemblea dell’Abi a Milano dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. “Nonostante il lieve miglioramento nel primo trimestre di quest’anno, in Italia l’attività economica ristagna, risentendo soprattutto della perdita di vigore del ciclo industriale” ha affermato Visco. “Secondo i rilevamenti della Banca d’Italia, le imprese si attendono un rallentamento della domanda nei prossimi mesi e un’espansione molto modesta degli investimenti nel complesso dell’anno – ha proseguito Visco – e nella proiezione centrale riportata nel Bollettino la crescita del Pil è pari allo 0,1 per cento nel 2019 e a poco meno dell’1 nella media del biennio successivo.
Il Governatore della Banca Centrale ha inoltre sottolineato l’urgenza di aggregazioni per le piccole banche. “Siamo consapevoli – ha affermato Visco – della complessità di un consolidamento, ma vanno rapidamente avviati lavori propedeutici per muovere in quella direzione, definendo progetti di interesse comune in materie quale l’innovazione tecnologica, la condivisione della attività di supporto e e dei relativi costi, lo sviluppo di sinergie nell’offerta di servizi”.

Secondo il numero uno di Palazzo Koch “in presenza delle limitazioni poste dalle regole europee per la gestione delle crisi degli intermediari minori, il sistema delle banche meno significative deve ricercare al suo interno le soluzioni per una messa in sicurezza e un rilancio”.
Infine, per Visco “resta fondamentale la costituzione di un assetto di governance equilibrato in grado di evitare conflitti di interesse e rispondente all’obiettivo di finanziare l’economia reale in condizioni di piena efficienza e di adeguata redditività”

“Il settore bancario è una struttura portante” del paese, “elemento essenziale per l’economia reale” ha sottolineato il Ministro dell’Economia Giovanni Tria e la sua riforma “ha contribuito al superamento della crisi”.
“Come va l’Italia ? Siamo sulla buona strada e lo dimostrano la diminuzione crediti deteriorati e l’aumento della redditività. Occorre mantenere la rotta e la strategia applicata finora che, se seguita con convinzione, supporterà imprese e famiglie contribuendo al miglioramento delle condizioni economiche e sociali del paese” ha concluso il Ministro dell’Economia.