Commemorazione amara per Giovanni Falcone e Francesca MorvilloVigilia scossa da amarezze e polemiche per il 25° anniversario della strage di Capaci. Un massacro che sconvolse il Paese e segnò l’avvio della terribile stagione delle stragi mafiose.
Il pomeriggio del 23 maggio 1992 sull’autostrada fra l’aeroporto di Punta Raisi e Palermo, nei pressi dello svincolo di Capaci, una carica di 500 chilogrammi di tritolo posizionata in un cunicolo fece saltare in aria le tre auto blindate che accompagnavano Giovanni Falcone e la moglie, anche lei magistrato, Francesca Morvillo, di ritorno da Roma.
Ancora viva dopo l’esplosione Francesca Morvillo venne trasportata in ospedale nel reparto di neurochirurgia dove però morì intorno alle 23, a causa delle gravi lesioni interne riportate. Il suo orologio era fermo all’ora dell’esplosione, le 17:58. E’ l’unica magistrata assassinata in Italia.
Oltre alla commozione, l’imminente commemorazione sarà caratterizzata dall’amarezza per il netto distinguo “resosi necessario– evidenzia il fratello, il Procuratore Alfredo Morvillo– “perché Francesca e Giovanni sono stati sostanzialmente separati nel ricordo rappresentato nelle attività della Fondazione Giovanni Falcone e Francesca Morvilllo.”
“La decisione di ritirare il nome di Francesca Morvillo dalla Fondazione che portava il suo nome unito a quello di Falcone, non è dovuta al trasferimento della salma di Giovanni Falcone al Pantheon. Quello è stato solo l’ultimo tassello di una serie di situazioni che hanno come unico denominatore l’avere mancato l’obiettivo che Giovanni e Francesca fossero ricordati insieme” ribadisce Alfredo Morvillo, già Procuratore aggiunto a Palermo, titolare della Procura di Termini Imerese e da pochi giorni designato dal Csm alla guida della Procura di Trapani.
Tensioni accumulatesi negli anni e probabilmente determinate anche dai due diversissimi caratteri dei protagonisti : schivo e riservato quello di Alfredo Morvillo; presenzialista e più incline al protagonismo mediatico la Presidente della Fondazione, Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso.
Per circa 20 anni Giovanni e Francesca Falcone sono state parole e storie umane pronunciate con un solo fiato, narrazione di una profonda unione, di un impegno e di una tragedia condensati in quell’espressione che dava nome anche alla fondazione dedicata al magistrato ucciso da cosa nostra assieme alla moglie e collega e ai tre agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro. Poi la scelta nel 2015 di traslare la salma del giudice nella chiesa di San Domenico, il Pantheon dei siciliani, separandola dalla sua compagna nella tomba di famiglia del cimitero di Sant’Orsola.
Ma precisa ancora il fratello di Francesca, il Procuratore Alfredo Morvillo “la decisione di prendere le distanze dall’ente risale al 2011 per la pochissima attenzione che sarebbe stata riservata dalla fondazione alla figura di Francesca, così unita in vita e in morte al suo Giovanni, ma troppo poco- questa la constatazione dei Morvillo– nelle manifestazioni pubbliche organizzate successivamente.”