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Le amministrative dell’opinione pubblica

Suspense politica mimetizzata da sorrisi fiduciosi in attesa del lunedì dei lunghi coltelli, anzi delle affilate forbici delle proiezioni elettorali delle amministrative.Le amministrative dell’opinione pubblica

Oltre ai colpi di scena di sottosegretari dimissionati, sentenze e inchieste giudiziarie, interventi e interviste spiazzanti, le fibrillazioni dei leader riguardano anche l’incognita dell’impatto del Governo di Mario Draghi sull’elettorato.Le amministrative dell’opinione pubblica

Un termine di paragone d’efficienza e di operatività che soltanto pochissimi candidati sono in grado di reggere. In particolare a Roma dove l’esito delle amministrative assume una valenza decisiva tanto per il Partito Democratico che punta tutte le chance su Roberto Gualtieri, quanto per il centrodestra che ha candidato Enrico Michetti e per i 5 Stelle che scommettono sulla riconferma di Virginia Raggi.

Come a Milano per il sindaco uscente Beppe Sala, al quale il centrodestra contrappone Luca Bernardo, nella Capitale lo snodo può essere rappresentato dal candidato indipendente Carlo Calenda, che pur senza alcun appoggio da parte del Premier si dichiara a prescindere filo draghiano.

Con il voto a macchia d’olio in tutto il Paese, in 1.342 comuni, dei quali 6 capoluoghi di regione e 20 di provincia, partiti e leader si giocano molto. Un voto che coinvolge oltre 12 milioni di persone, un quarto abbondante della popolazione residente in Italia e che riguarda anche l’elezione di due parlamentari nazionali e la scelta del nuovo presidente della Regione Calabria, rappresenta infatti un test nazionale in grado di delineare il trend delle prossime elezioni politiche.

Oltre alla segreteria, in certi casi messa in discussione all’interno delle rispettive forze politiche, i leader si giocano soprattutto la propria credibilità e la capacità di incidere nelle scelte decisive che imporrà la scadenza del Quirinale.Le amministrative dell’opinione pubblica

Scelte che saranno delineate dall’accelerazione delle amministrative. In attesa dei ballottaggi di metà ottobre, la radiografia dei risultati della lunga notte di lunedì prospetterà infatti attraverso l’indicazione dei candidati, la mappa del consenso che si prefigura nel Paese e le potenzialità dei partiti tradizionali e delle nuove aggregazioni politiche.

Una tendenza, quella di dar vita a formazioni omogenee, a nuove coalizioni o come vengono definite in Francia rassemblement, che sta caratterizzando l’ultimo scorcio della legislatura.

Una legislatura iniziata con maggioranze variabili e alternate fra 5 Stelle, Lega e Pd e salvata dal marasma della pandemia e dello stallo parlamentare dal governo di unità nazionale affidato dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, all’ex Presidente della Bce Mario Draghi.

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Premier Mario Draghi

In poco più di sette mesi Draghi e i ministri di tutti i partiti della maggioranza hanno messo in sicurezza il Paese tanto sanitariamente quanto sul versante del piano di risanamento varato con l’essenziale contributo dell’Europa.

Decisiva é soprattutto la credibilità del Premier che ha posto l’Italia al centro dell’Europa del dopo Merkel e degli equilibri internazionali. Come dimostra il G20 sull’Afghanistan organizzato e presieduto da Draghi e che il 12 ottobre a Roma metterà a confronto tutti i leader mondiali, da Biden a Xi Jinping, da Putin a Johnson e Macron, che negli ultimi mesi si sono spesso aspramente scontrati sull’economia, i diritti umani e la difesa.

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Xi Jinping Biden Putin

Un livello di governo e un ruolo mondiale impensabili per l’Italia dell’inizio dell’anno, ma che paradossalmente mette la politica di fronte alle sue vulnerabilità, a cominciare dalle crisi d’identità e di capacità di svolte. Incognite alle quali leader e partiti non riescono ancora a dare quelle risposte concrete che l’opinione pubblica invece più volte ha evidenziato di essere già in grado di scegliere.

Un’opinione pubblica che guarda ai risultati, sa valutare le svolte positive e che farà la differenza tanto sulle scelte per il Quirinale, quanto per le elezioni politiche. Le amministrative dell’opinione pubblica

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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