Mafia da archiviare, mafia ancora tutta da scoprire. All’indomami della sentenza della Corte di Cassazione che ha escluso l’accusa di associazione mafiosa per gli imputati del cosiddetto processo mafia Capitale, emerge un nuovo inquietante tassello che si aggiunge ai tanti misteri sulla strage in cui vennero trucidati Giovanni Falcone, la moglie il magistrato Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco di Cillo e Vito Schifani.
A rivelare l’ennesimo retroscena della strage di Capaci è un ex agente della polizia penitenziaria ed esponente mafioso del clan di Caltanissetta, Pietro Riggio, 54 anni, che dal 2009 collabora con la giustizia.
Riggio ha rivelato che sarebbe stato un ex poliziotto a mettere l’esplosivo sotto l’autostrada fra Palermo e l’aeroporto di Punta Raisi. Esplosivo che il 23 maggio del 1992 venne fatto deflagrare per uccidere Falcone la moglie e i tre agenti.

Pietro Riggio, uno dei pentiti che hanno rivelato di intrecci del sistema Montante, ha specificato ai magistrati di Caltanissetta che conducono le nuove indagini sulla strage di Capaci che questo ex poliziotto che avrebbe collocato l’esplosivo sotto l’autostrada veniva soprannominato “il turco”. ”Mi ha confidato di aver partecipato alla fase esecutiva delle strage Falcone – ha messo a verbale Riggio davanti ai pm di Caltanissetta – si sarebbe occupato del riempimento del canale di scolo dell’autostrada con l’esplosivo. Un’operazione eseguita tramite l’utilizzo di skate-bord”.
”Ma perché non ha mai parlato prima di questo ex poliziotto?”, gli hanno chiesto il Procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci e il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Turco.
”Fino ad oggi ho avuto paura di mettere a verbale certi argomenti, temevo ritorsioni per me e per la mia famiglia. Ma, adesso, i tempi sono maturi perché si possano trattare certi argomenti” ha risposto Riggio.
Del collaboratore si è occupata, nel corso di una riunione top secret, anche la Procura nazionale antimafia. I verbali sono stati depostati al processo bis per la strage di Capaci.
Anche se vi sono molteplici aspetti da riscontrare e da chiarire, tanto per l’attentato contro Falcone che per quello nei confronti di Paolo Borsellino si starebbero delineando scenari che lasciano intravedere una compartecipazione esterna a cosa nostra